“Il Partito comunista italiano, Rifondazione comunista e Caminera Noa non sono presenti con una propria lista e un candidato a sindaco alle imminenti elezioni comunali di Sassari.
Da una parte veti e dinieghi e dall’altra una oggettiva subalternità alle logiche del centro-sinistra di molte formazioni hanno indebolito un percorso e un’iniziativa più larga.
Tutto ciò non ci esime dall’assumere una posizione netta e chiara.
Le forze della sinistra antiliberista, i comunisti e le forze che si battono per una reale e compiuta emancipazione del Popolo Sardo non appoggiano o sostengono Mariano Brianda e la sua coalizione. Si tratta di un tentativo, l’ennesimo, di rianimare il Pd, il partito che porta per intero la responsabilità della crisi della città e della marginalizzazione del territorio del Nord Ovest. La candidatura di Brianda è un paravento che nasconde le gravi colpe di quel partito e della coalizione che l’ha sostenuto in questi ultimi tre lustri.
Sia dalla composizione delle liste che dalle prime dichiarazioni si avverte una ferrea continuità con l’esperienza per noi assolutamente negativa della giunta guidata da Nicola Sanna. La sua amministrazione ha fallito tutti gli obbiettivi che si era prefissata: il lavoro, il ruolo della città, l’ambiente, il centro storico, i trasporti, il bubbone di Predda Niedda e altro.
La continuità è evidente anche nella candidatura di molti assessori comunali uscenti. Inoltre sono apparse assai poco convincenti e deludenti le prime uscite del candidato sindaco che non sembra sino ad ora capace di definire una visione ampia della città e dei suoi problemi.
È chiaro come quella coalizione sia prigioniera delle logiche del passato e non possa essere riverniciata con generiche affermazioni di principio o un atteggiamento compassionevole e caritatevole rispetto ai problemi del degrado e delle povertà.
La destra non si batte in questo modo, vale a dire con la piatta continuità ma con una vera svolta politica e programmatica, con una spinta ideale e culturale che possa far risalire Sassari dalla crisi e pesare nella dimensione regionale, oggi umiliata anche dalla composizione della giunta Solinas. La sinistra e le forze dell’autodeterminazione sarda in un contesto senza il Pd, avrebbe fatto responsabilmente e in modo unitario la propria parte. Ma il candidato a sindaco ha definito un ferreo recinto di maggioranza che prevedeva il Pd come asse fondamentale.
A Sassari la destra ha rialzato la testa. Si presenta con due facce della stessa medaglia. Con la tradizionale e sgangherata alleanza dei partiti a trazione sardo-leghista, e con un mazzo di liste civiche fortemente segnate da personaggi di estrema destra impersonate dall’ex sindaco Nanni Campus (di cui ricordiamo oltre a un’opaca prova di governo anche la serrata del Municipio per il 25 aprile).
Il M5S si presenta allo stesso modo con programmi generici inconcludenti e spesso con posizioni che cavalcano le peggiori pulsioni antidemocratiche.
Infine non possiamo che giudicare assai negativamente altre liste settarie e autoreferenziali che non si sono poste mai il problema dell’avvio di un dialogo politico e programmatico. Per essere chiari: la lista capeggiata da Marilena Budroni non rappresenta in alcun modo la sinistra sassarese e non rappresenta neppure gran parte del mondo dell’autodeterminazione ma è stata chiamata solo a cose fatte, a fare da portatori d’acqua di un progetto nebuloso e generico.
Pci, Rc e Caminera Noa non appoggeranno nessuna di queste formazioni e si impegnano nei prossimi giorni a definire incontri di programma e iniziative sulle reali urgenze della città e del suo territorio. Incalzeremo con energia qualsiasi amministrazione uscirà dal voto”.
Firmato: Partito comunista Italiano, Partito della Rifondazione Comunista, Caminera Noa
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