La Procura di Sassari ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio a carico di 82 ultras del Cagliari del gruppo “Sconvolts” per i disordini commessi a Sassari il 25 marzo 2017 in occasione dell’incontro amichevole tra il Sorso e il Cagliari disputato allo stadio di Sorso. Le richieste sono state avanzate al termine di lunghe indagini dalla Digos di Sassari in sinergia con la Digos cagliaritana. I reati contestati sono particolarmente gravi: devastazione e saccheggio in concorso, con l’aggravante del numero delle persone, lesioni anche gravi e il possesso di artifizi pirotecnici e altri oggetti contundenti e atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive. Per 64 ultras cagliaritani, inoltre, il Questore di Sassari subito dopo gli scontri aveva firmato il Daspo con durata da quattro a sei anni.
Il 25 marzo di due anni fa 180 ultras cagliaritani, diretti a Sorso a bordo di tre pullman per assistere alla partita, avevano poi deciso di fermarsi nei pressi della Stazione di Sassari. Una sosta programmata, come emerso nel corso delle indagini, che rifletteva in realtà il piano ben preciso di devastare, saccheggiare ed aggredire in modo indiscriminato e senza alcun ritegno chiunque transitasse nel centro cittadino sfruttando l’effetto sorpresa, ben sapendo che l’area del centro storico è notoriamente frequentata dalle frange ultras della tifoseria della squadra sassarese, la Torres, eterna rivale del Cagliari. Rivalità che già in passato era sfociata in violenti scontri.
Una volta scesi dai pullman gli ultras cagliaritani avevano iniziato a marciare in modo compatto e completamente travisati verso la Stazione ferroviaria, esplodendo bombe carta e accedendo fumogeni durante il breve tragitto. Una volta raggiunta l’area antistante lo scalo ferroviario, muniti di mazze, bastoni, catene e aste portabandiera, avevano iniziato ad aggredire con inaudita violenza i cittadini presenti in zona e ad innescare dei tafferugli tali da paralizzare completamente il traffico, compresi i mezzi di trasporto pubblico.
La notizia di un fatto così eclatante si era subito diffusa richiamando numerosi sostenitori della Torres accorsi dal vicino centro storico per affrontare gli avversari. La drammaticità dello scenario venutosi a creare, testimoniata anche da numerose chiamate concitate pervenute al 113 aveva reso necessario il ricorso a cariche di alleggerimento e all’utilizzo di lacrimogeni al fine di tenere separate le due tifoserie rivali e a scongiurare il rischio di danni ben più gravi alle persone. Solo la predisposizione da parte dei poliziotti in tenuta antisommossa di un adeguato cordone di sicurezza aveva impedito che la folla, venutasi a creare davanti al piazzale della stazione dove erano stati fatti raggruppare gli Sconvolts, potesse tentare un’incursione per giungere allo scontro con quest’ultima tifoseria. Con grande difficoltà gli ultras cagliaritani erano stati poi fatti salire a bordo dei mezzi in modo da farli allontanare velocemente dal teatro degli scontri.
Il clima di forte tensione in cui si erano svolte le operazioni di “alleggerimento” e di deflusso non avevano permesso di identificare sul posto gli autori, molti dei quali peraltro travisati, pertanto per l’identificazione dei responsabili si era rivelata fondamentale la sinergia operativa con la Digos di Cagliari che, una volta fermato il convoglio sulla SS 131 in prossimità del capoluogo dopo che era ripartito da Sassari, era riuscita ad identificare 64 ultras (di cui due minorenni) e a sequestrare varie aste rinforzate e artifizi pirotecnici, nonché diverse dosi di sostanza stupefacente rinvenute a bordo dei pullman.
Il pesante bilancio della giornata di scontri era stato di diversi feriti sia tra i cittadini che tra le Forze dell’Ordine e il danneggiamento di arredi urbani. Per la ricostruzione dei fatti nelle sue varie fasi, dall’organizzazione del viaggio sino all’identificazione dei tifosi di rientro a Cagliari, e per l’individuazione delle responsabilità le Digos si sono avvalse dell’analisi dei tabulati telefonici e delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza del Comune di Sassari presenti nei luoghi dei disordini, delle riprese della Polizia Scientifica, nonché dei contributi offerti da vari video amatoriali postati su internet.
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