I carabinieri del nucleo investigativo di Cagliari continuano le indagini legate all’omicidio dell’ottantottenne Adolfo Musini. E, dopo l’arresto del 40enne Eugenio Corona, risultato essere l’assassino dell’anziano, spuntano fuori altre due persone, non direttamente collegate al fatto di sangue ma a alcuni “blitz” compiuti, nei giorni successi alla tragedia, dentro la casa di Musini. C’è un 29enne, sul quale gli investigatori stanno svolgendo tutte le indagini del caso, che sarebbe entrato nell’appartamento insieme ad Eugenio Corona per rubare un televisore (già recuperato dai militari, era finito tra le mani di una persona che, ignara di tutto, l’aveva acquistato dando ai due qualche decina di euro. Ma adesso c’è un nuovo sviluppo: il ventinovenne, infatti, sarebbe ritornato nella casa della vittima per portare via un pc portatile (anche questo oggetto è già stato ritrovato) con l’aiuto di un extracomunitario che, fuori dal portone d’ingresso della palazzina di piazza Valsassina, stava facendo da palo.
“Il contorno della vicenda”, così spiegano i carabinieri, “si inserisce in una situazione di grave degrado sociale, fatto da numerosi tossicodipendenti e spacciatori” che sono “soliti riunirsi in sottoscala fatiscenti per consumare, tra le altre droghe, principalmente cocaina che viene inalata tramite procedimenti che ricordano quelli del crack”.
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