Non gradì i rimproveri per le sue assenze ingiustificate e così preparò la sua vendetta distribuendo, tra il Trexenta e tutta la provincia del Medio Campidano, volantini diffamatori nei confronti di un Ispettrice del Corpo forestale.
I fatti sono accaduti nel 2010, ma solo pochi giorni fa la Corte d’Appello ha deciso per B.D., 56 anni, la conferma della condanna in primo grado per diffamazione a mezzo stampa e per calunnia.
La vicenda
Ad agosto 2010, dopo la scoperta dei volantini diffamatori nei confronti dell’ispettrice, partono subito le indagini da parte del nucleo investigativo del Corpo Forestale-Ispettorato di Cagliari, coordinate dal Pubblico Ministero dottoressa Liliana Ledda. Da qui, grazie ai filmati e alle testimonianze, si scopre che fosse proprio B.D. a distribuire volantini e adesivi contro il suo superiore.
Scattano allora controlli e perquisizioni nel suo ufficio: l’uomo finge un malore, accusando ufficiali e investigatori di averlo trattenuto con la forza, arrivando perfino a una denuncia ai carabinieri per violenza privata. Non contento, nel 2012 B.D. ha inoltre presentato denuncia nei confronti dell’Ispettrice, sua ex comandante, sostenendo che quest’ultima avesse omesso la denuncia di una discarica di rifiuti a Siurgus Donigala.
La condanna in Appello
A conclusione delle indagini preliminari, l’uomo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa per aver distribuito i volantini denigratori, oltre che per calunnia nei confronti sia del suo ex comandante, sia nei confronti degli Ufficiali che accusò di violenza privata.
Il processo, quindi, iniziato nel 2012, è terminato il 30 maggio 2019 con il verdetto della Corte d’Appello, condannando B. D. a due anni e due mesi di reclusione e 900 euro di multa, oltre al pagamento di tutte le spese legali del primo e secondo grado di giudizio e al risarcimento di 2100 euro alla principale vittima.
Ora l’imputato rischia il licenziamento dal posto di lavoro.
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