“La riforma degli enti locali non è una tombolata sul numero di province. In commissione siamo partiti da un principio semplice e largamente condiviso: nella riforma le province ci saranno e saranno i cittadini a eleggere chi le governerà. Sul numero e sulla loro estensione il dibattito è aperto perché serve prima definire i compiti e le funzioni che le province svolgeranno. Le riforme che partono dagli egoismi territoriali non sono mai buone riforme.
Mi sembra evidente che il dibattito è appena iniziato e sono convinto che debba proseguire ascoltando davvero tutti i territori, muovendo ovviamente da una considerazione di pari dignità per tutti. Se partiamo dalla fine però, e cioè dal numero di province, ricalcheremo gli errori del passato. Prima dobbiamo capire che funzioni attribuire agli enti di governo del territorio. Quindi prima dobbiamo capire cosa devono fare. Poi dobbiamo stabilire con quali risorse, ecco perché sarà centrale la riforma della finanza locale. E poi, alla fine, soltanto alla fine, decidere come sarà l’articolazione sul territorio degli enti di governo.
Ai cittadini interessano le strade in ordine (quelle provinciali sono in condizioni disastrose), scuole sicure; interessa che sia chiaro quali sono i compiti di ciascuno, senza dover rimbalzare da un ufficio all’altro per risolvere problemi anche banali. La nostra riforma sarà questo: sarà un codice degli enti locali della Sardegna. Un testo unico scritto e pensato per la nostra Isola. Sarà espressione autentica della nostra autonomia. Una riforma organica a cui tutti dobbiamo lavorare pensando di scrivere la legge migliore, conservando lo stesso spirito costruttivo che ho visto in commissione nella seduta di mercoledì, quella che di fatto ha avviato il percorso della riforma”.
Pierluigi Saiu, Presidente Commissione Autonomia e Riforme del Consiglio regionale della Sardegna
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