E’ il mondo informatico, con i ripetuti attacchi degli hacker, la nuova minaccia che incombe sulla sicurezza nazionale. Per questo motivo il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) sta promuovendo un dialogo costante con la società civile e col mondo della ricerca, delle imprese e dell’Università. In occasione della tappa a Sassari di “Intelligence Live”, il roadshow promosso dal Dis nei principali atenei d’Italia, Gennaro Vecchione, direttore generale del Dipartimento, ha raccontato come funziona il sistema dell’intelligence italiana alla luce della riforma del 2007 e ha siglato con il rettore, Massimo Carpinelli, una convenzione che rende stabile la collaborazione tra le due istituzioni.
“Occorre diffondere più consapevolezza sull’importanza della sicurezza nell’interesse di cittadini e imprese e, dunque, del Paese”, ha detto il prefetto Vecchione. Gli esperti chiamati a confrontarsi con studenti e dipendenti dell’ateneo hanno concentrato le proprie attenzioni soprattutto sui nuovi nemici della sicurezza. “Il concetto di sicurezza ha subito una metamorfosi, prima era un argine in favore dell’interesse collettivo, un limite esterno all’esercizio dei diritti per esigenze di ordine pubblico – ha spiegato Arianna Vedaschi, ordinaria del Dipartimento di Studi giuridici dell’Università Bocconi di Milano – Dopo le torri gemelle l’idea di sicurezza è cambiata, si è trasformata in un diritto soggettivo, bilanciato con quello alla privacy e alla libertà di espressione ma considerato come principio fondamentale, come valore supremo”.
Per Pier Luigi Dal Pino, direttore centrale delle relazioni istituzionali e industriali di Microsoft, “la quarta rivoluzione industriale apre sfide incredibili, per superarle occorre la coesione di tutti nell’individuazione delle misure di contrasto”. “Bisogna aumentare la percezione comune sul rischio connesso al mondo informatico”, ha chiarito Carlo Mauceli, National digital officer di Microsoft, il quale poi, rivolgendosi agli studenti, ha sottolineato che “nel mondo c’è penuria di persone con adeguate competenze per questa sfida”. Infine il rettore dell’Università di Sassari si è detto convinto che “una efficiente tutela della Nazione ha bisogno di puntare sulla ricerca”.
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