Grendi in soccorso del porto Canale di Cagliari. Il gruppo, che ha già investito in un magazzino a Porto Canale di 10.000 mq che è divenuto un hub per il deposito e la distribuzione anche dei prodotti Barilla in Sardegna, è infatti pronto a raddoppiare l’impegno a Cagliari e a costruire un secondo magazzino che avrebbe importanti ricadute occupazionali. Ma c’è un ma: la crisi del porto industriale che rischia ha fatto dirigere verso altre direzioni parte dei traffici commerciali legati al porto di Cagliari.
“Auspichiamo vivamente che le istituzioni possano sbloccare nel più breve tempo possibile una situazione che rischia di soffocare l’economia locale – spiega Antonio Musso, ad di Grendi Trasporti Marittimi – L’auspicio è che si realizzino soluzioni che ancorino a questo porto anche i volumi legati al transhipment, visto che questo tipo di movimentazione delle merci a Cagliari sta vivendo una profonda crisi”. Secondo Musso, “una delle spinte più importanti per lo sviluppo locale potrebbe essere data dall’abolizione del vincolo paesaggistico a salvaguardia di una spiaggia che di fatto oggi non esiste più e che circa 40 anni fa è divenuta un porto e che impedisce la realizzazione di qualsiasi opera in quest’area”.
Secondo l’ad di Grendi, infatti, “il Porto Canale è un’infrastruttura e un’opera industriale che può portare un grande sviluppo economico per la realtà di Cagliari e non solo, se si incentivassero adeguatamente i traffici commerciali di questo scalo su cui il mio gruppo ha investito finora e vuole continuare a fare”. Oggi il gruppo Grendi impiega nell’isola, tra diretti e indotto, 250 persone fra le sedi di Cagliari e Sassari: la realizzazione di un secondo magazzino potrebbe far crescere questo numero di 100 unità”.
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