Sabato scorso, a Cimitile, Marco Muresu, archeologo e dottore di ricerca in Storia, Beni culturali e Studi internazionali dell’Università di Cagliari, ha ritirato il “Premio Cimitile 2019”, vinto con la sua monografia “La moneta ‘indicatore’ dell’assetto insediativo della Sardegna bizantina (secoli VI-XI)” (Morlacchi Editore U.P., Perugia, 2018), frutto dell’elaborazione della sua tesi dottorale.
Il volume è risultato la migliore opera edita di archeologia e cultura artistica in età paleocristiana e altomedievale nell’ambito della XXIV edizione del prestigioso premio, che vanta il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, della Regione Campania, della Provincia di Napoli, della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli, della Curia Vescovile della Diocesi di Nola.
Il dottor Muresu è attualmente research associate presso l’Università di Lancaster (UK), nell’ambito del progetto “Power, society and (dis)connectivity in Medieval Sardinia”. Il suo volume è il secondo, dopo “Indagini archeologiche nel complesso di S. Gavino a Porto Torres. Scavi 1989-2003” (Città del Vaticano, 2006) a cura di Letizia Pani Ermini e della sua équipe, a vincere il Premio Cimitile con una ricerca interamente incentrata sulla Sardegna in età altomedievale.
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