Magliettina e cappellino “griffati” con il nome Vasco, e non potrebbe essere altrimenti. Gianmario Sircana, barista di Olbia, si è “sparato” tre ore di treno “partendo alle sei meno venti del mattino, da solo. Sono fan di Vasco Rossi praticamente da sempre, ho comprato il biglietto ‘pit gold’ da ottanta euro così posso vederlo molto da vicino. Ero stato qui già nel 2010 per l’altro suo concerto, ma ero troppo indietro e l’avevo visto poco”. Insomma, non solo le note, Vasco merita anche di essere osservato a lungo dai suoi tantissimi fan che calcano i praticelli e l’asfalto del piazzale Marco Polo in attesa dell’apertura dei cancelli. “Vasco racconta moto anche di me, di tutti noi, parla della vita quotidiana nel bene e nel male”, afferma, deciso, Sircana. A differenza di tanti altri ammiratori del rocker di Zocca, lui non si è accampato in attesa di arrivare quanto più vicino possibile al palco: “Mi sono bastate le tre ore di treno, per me non sono niente, poi ho il mio biglietto e sono tranquillo”.
E, visto che ogni passione – soprattutto la musica – è sempre sana, il barista olbiese confida che “ho chiesto le ferie al lavoro pur di essere qui. Due giorni, non le facevo sin dall’inverno scorso pur di venire a vedere Vasco Rossi”. Ancora poche ore e l’attesa – e le ferie – di Sircana avranno finalmente un senso, tra una “Vita Spericolata” e un “Rewind” cantati a squarciagola.
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