Sardegna Pride a Cagliari, per poter sfilare bisogna pagare. Gli organizzatori hanno lanciato una raccolta fondi di diecimila euro ma sinora ne sono stati raccolti meno della metà, e ora spunta fuori una delibera, “approvata dal commissario straordinario Bruno Carcangiu, il dodici giugno, a pochi giorni dalla scadenza del suo incarico”, che, nei fatti, autorizza il corteo solo dopo “il pagamento di un costo aggiuntivo di 7540 euro, relativo, alla spese di ore di servizio del personale del corpo della polizia Municipale”. Così si legge in un comunicato firmato dagli organizzatori del corteo Lgbtq in programma il sei luglio prossimo a Cagliari. “Si tratta di una richiesta insolita”, e, “in seguito a tale provvedimento, per la prima volta in occasione del Sardegna Pride verrebbero addebitati i costi per un corteo politico e pubblico, che è invece garantito dalla Costituzione. Vale la pena ricordare che, come nelle edizioni precedenti, il Sardegna Pride è un evento autofinanziato e che ha bisogno del contributo di chiunque creda nei valori della libertà e nei diritti”.
Raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, interviene anche il portavoce dell’Arc, Carlo Cotza: “Con questa nuova regola dovrebbero pagare tutte quelle realtà che organizzano eventi e manifestazioni politiche e non commerciali, come per il venticinque aprile e pure per Sant’Efisio”. Quindi, gli organizzatori confermano in pieno quanto detto, ieri, dal nuovo sindaco di Cagliari Paolo Truzzu: “Il Gay Pride costa troppo, sono pronto ad aiutarli”. Sul punto, Cotza risponde che “app “rezziamo la sua apertura su questi argomenti, ora bisognerà capire come andrà a finire questa storia, la delibera è ancora in piedi”. L’organizzazione del Sardegna Pride si riserva di tutelarsi in ogni sede” e annuncia l’appuntamento per il maxi corteo colorato “il sei luglio alle diciassette in piazza Michelangelo”.
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