“La rivoluzione possibile”, il Crogiuolo celebra l’immensa Joyce Lussu con quattro appuntamenti Casteddu On line

La rivoluzione possibile, è  il titolo di quattro appuntamenti di studio fra cinema, teatro e musica sulla vita e l’opera di una ribelle, organizzati dal Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri. Joyce Salvadori Lussu: nata a Firenze nel 1912, antifascista, anche per tradizione familiare (i genitori erano intellettuali antifascisti, figli di famiglie marchigiane con origini inglesi), partigiana, capitano nelle brigate Giustizia e Libertà, medaglia d’argento al valor militare, moglie del cavaliere dei Rossomori (così lo definì Giuseppe Fiori nel suo mirabile libro a lui dedicato), del capotribù nuragico (così Francesco Masala nel titolo di un suo famoso radiodramma) Emilio Lussu, mitico capitano della Brigata Sassari nella Grande Guerra, fondatore del Partito Sardo d’Azione e del movimento Giustizia e Libertà. Joyce Lussu: scrittrice, traduttrice (a lei molto devono i versi in italiano del poeta turco Nazim Hikmet) e poetessa. Per ricordarla, approfondire e riflettere, quattro appuntamenti dislocati fra Cagliari, Armungia e Portoscuso, a partire dal 23 giugno fino al 18 luglio.

 

“Per Il crogiuolo dedicare una mini rassegna alla figura di Joyce Lussu è un atto coerente e dovuto, rispetto alla sua storia, al suo percorso artistico e all’impegno attivo per costruire un ponte fra territori, in una dinamica di progettazione condivisa, così come lo è stata l’orchestrazione di questo piccolo evento, a cui tutti, dagli artisti presenti ai partner istituzionali, hanno contribuito”, spiega Rita Atzeri, presidente e direttore artistico del Crogiuolo.

“Quella creata – continua – vuole essere un’occasione di confronto che tende a evidenziare la vitalità e l’importanza del pensiero di Joyce Lussu nel nostro presente, con l’auspicio e la certezza che l’incontro con questa ‘superba anarchica’ non possa che determinare un maggiore impegno sociale per il riconoscimento dei diritti, per la libertà dei popoli, per la difesa dell’ambiente.

Un ringraziamento particolare  – conclude Atzeri – va a Rossella Dassu, interprete sensibile e ‘compagna’ di battaglie politiche, per l’enorme contributo dato nel creare la compagine della tavola rotonda che si terrà ad Armungia, e a Isabella Carloni, per aver lanciato il guanto della sfida a organizzare un evento per il ventennale della morte di Joyce, ormai un anno fa”.

 

Il via domenica 23 giugno a Cagliari, nella sala BanCri di Fucina Teatro (La Vetreria di Pirri) alle 21, con LA MOGLIE DI NESSUNOUn incontro possibile con Joyce Lussu, con Rita Atzeri, la drammaturgia e la regia di Virginia Martini, con la collaborazione di Matteo Procuranti (nuova produzione de Il crogiuolo).

Le note biografiche di tutte le pubblicazioni su Joyce Salvadori Lussu riassumono la sua vicenda esistenziale elencando la militanza nei gruppi di “Giustizia e Libertà”, la partecipazione alla guerra partigiana in Francia e in Italia, la Medaglia d’argento al valor militare; gli studi in filosofia a Heidelberg, la laurea in Lettere alla Sorbona di Parigi, il diploma in Filologia e Letteratura portoghese all’Università di Lisbona; la militanza nella sinistra socialista e il contatto costante con i movimenti di liberazione dell’Africa e del Medio Oriente;  la traduzione di poeti stranieri del calibro di Nazim Hikmet e Agostino Neto; la pubblicazione come autrice di diari, romanzi, saggi, raccolte di poesie. “Ma per la maggior parte dei nostri contemporanei è solo la moglie del leggendario Emilio Lussu. Non si ricorda molto altro di lei e nelle librerie si fatica a trovare anche uno solo dei suoi scritti”, dice Virginia Martini. Che nelle note di regia scrive: “La protagonista del nostro spettacolo è una di noi, una come tante, concentrata su una vita che nel tempo si è riempita di oggetti e svuotata di contenuti. Anche per lei, inizialmente, Joyce è solo la moglie di Emilio Lussu, un nome in un angolino remoto della sua memoria. Ma la vita la costringerà, per fortuna, a cercare di andare oltre. Si sforzerà per tutto il racconto di interrogarsi sul significato attuale delle idee e delle azioni che Joyce ci ha lasciato in eredità, trovandosi a scoprire come questa eredità possa diventare un trampolino per vivere i giorni nostri. LA MOGLIE DI NESSUNO non è uno spettacolo su Joyce Lussu bensì uno spettacolo con e per Joyce Lussu. Cercando di allontanarci da ogni possibile agiografia, la drammaturgia propone una sorta di conversazione “involontaria” con Joyce, una conversazione in cui confluiscono il suo tempo e il nostro, i problemi con i quali si è dovuta misurare lei e quelli con cui ci misuriamo noi, il suo percorso, le sue convinzioni, i suoi dubbi e, insieme, anche i nostri”.

 

Sarà l’ex Tonnara Su Pranu di Portoscuso a ospitare venerdì 5 luglio, alle 21.30, INVENTARIO DELLE COSE CERTE – Concerto teatrale per Joyce Lussu, di e con Isabella Carloni, la regia di Marco Baliani, una delle personalità più originali del panorama teatrale contemporaneo, l’esecuzione musicale di Andrea Dulbecco (vibrafono e percussioni), Mirco Ghirardini (clarinetto) e Anna Freschi (violoncello), le musiche originali di Carlo Boccadoro e Filippo Del Corno. Lo spettacolo, prodotto da Rovine Circolari, trae il titolo da un libro di Joyce Lussu. Tra il 1934 e il 1939 Joyce visse in Africa, e di quegli anni raccontò solo con brevi accenni, evocando la natura africana nelle sue poesie, pubblicate nel volume Liriche, edito con il patrocinio e la recensione di Benedetto Croce, alcune incluse oggi proprio nella raccolta “Inventario delle cose certe” (1989).

E “Inventario delle cose certe” è un raffinato omaggio musicale dedicato alla storia e alle idee di una figura eccezionale, moderna e scandalosa, come quella di Joyce Lussu, a poco più di vent’anni dalla scomparsa (a 86 anni, a Roma, nel 1998) di questa grande pasionaria del ‘900 (morì, ribelle come aveva vissuto, con una sigaretta messa tra le mani al posto del rosario).
Un concerto teatrale, dove musica e parola, poesia e pensiero procedono intrecciati, per elaborare un “inventario” che riparta dall’essenziale, per tornare a ciò che è  “certo”, nel cuore e nel linguaggio, perché “sul certo – diceva Joyce Lussu – non possiamo non capirci”.

“Due parole risaltano nella ricchezza spesso provocatrice dei suoi scritti, come una richiesta impellente: cercare di costruire un ‘pensiero poetante’, un pensiero semplice, diretto ed efficace, che non rinunci alla bellezza. Questa opera in musica è la nostra risposta artistica e politica a domande essenziali del nostro presente. Parlare di Joyce Lussu significa avvicinarsi alla storia di tutto il ‘900, a una donna non catalogabile, a un turbinio di idee, a una scandalosa e costante provocazione”, scrive Isabella Carloni nelle note sullo spettacolo.  

“Raccontarla a teatro ha reso necessario scegliere, ordinare, elaborare l’immenso materiale storico, poetico, narrativo, politico e antropologico contenuto nei suoi numerosi scritti, fatti di parole essenziali e di efficace comunicazione”.

A dare voce a tutto ciò è l’interpretazione di Isabella Carloni. La sua voce, sempre sospesa fra canto e parola, racconta la vita di Joyce, spesa a fianco della dignità e della libertà dei popoli e degli individui, sempre alla ricerca di un pensiero chiaro ed efficace.

Le composizioni originali di Carlo Boccadoro e di Filippo Del Corno, eseguite da alcuni componenti del gruppo “Sentieri Selvaggi” (Andrea Dulbecco, Mirco Ghirardini e Anna Freschi) affidano a voce, clarinetto, violoncello e vibrafono un intreccio continuo sonoro e narrativo, dando un particolare spessore drammaturgico al lavoro: dai suoni rarefatti di un canto eschimese alle note potenti delle scarpette rosse che scuotono ancora i campi di sterminio (“Un paio di scarpette rosse” è il titolo  di una poesia di Joyce Lussu, scritta per non dimenticare la tragedia della Shoah), dalle parole antiche e schiette delle donne incontrate in Sardegna al canto di liberazione dei popoli oppressi.

 

E ad Armungia, il paese di Emilio Lussu,  sabato 13 luglio, alle 17 nello Spazio polifunzionale in viale Gramsci, si svolgerà la tavola rotonda IL PERCORSO DI JOYCE DA IERI AD OGGI VERSO IL FUTURO. Dopo l’introduzione di Donatella Dessì, sindaco di Armungia, interverranno: Patrizia Caporossi, filosofa e storica delle donne, che parlerà di “Joyce Lussu e la libertà femminile”; Chiara Cretella, ricercatrice in italianistica e, per diversi anni, in sociologia, che ha curato la riedizione di molte opere di Joyce Lussu e che presenterà la relazione “La cultura e la coscienza politica sono la stessa cosa: il percorso di Joyce Lussu attraverso le ideologie del Novecento”; Antonietta Langiu, sociologa, studiosa autrice del saggio “Joyce Lussu. Bio e bibliografia ragionate”, che approfondirà il tema “Joyce e le rivendicazioni femminili per la rinascita della Sardegna in un mondo di pace”; Federica Trenti, storica contemporanea, che ha scritto “Il novecento di Joyce Salvadori Lussu” e racconterà “L’esperienza di una tesi di laurea per conoscere la vita e l’opera di Joyce Lussu”. Coordinerà l’incontro la giornalista Federica Ginesu.

 

“La rivoluzione possibile” si chiuderà giovedì 18 luglio, ancora a Portoscuso nell’ex Tonnara Su Pranu, alle 21.30, con il film LA MIA CASA E I MIEI COINQUILINI Il lungo viaggio di Joyce Lussu di Marcella Piccinini, che sarà presente alla proiezione. La regista bolognese – ha collaborato come costumista e scenografa a diversi film di Marco Bellocchio, è autrice di documentari e cortometraggi premiati in numerosi festival – racconta il lungo viaggio di Joyce tra fronti e frontiere, tra l’antifascismo militante e la lotta anticolonialista. Lo fa con la voce di Maya Sansa e attraverso preziosi materiali d’archivio, compresa una storica intervista rilasciata nel 1994 a Marco Bellocchio, che inizialmente doveva girare il film, poi invece realizzato dalla Piccinini. Punto di partenza è la casa di Joyce a Fermo, nelle Marche, che testimonia un’esistenza drammatica ma piena di poesia. Una casa che parla di lei: la sua borsetta di paglia ancora appesa a una porta della sua camera, il cucù della sala, la sedia a dondolo di vimini, i suoi pettinini colorati appoggiati in bagno vicino allo specchio, i tappeti sardi. Joyce Lussu racconta dell’esilio in Francia con il marito Emilio, delle lotte femministe in Sardegna, dell’impegno come scrittrice e traduttrice di autori militanti come Nazim Hikmet, turco, e Agostino Neto, il futuro presidente dell’Angola (poeti che scrivevano “poesia utile”), dei suoi viaggi. Che non sono fatti di sole parole: sono soprattutto le tappe di una sua partecipazione attiva a una lotta comune, senza distinzioni di genere, per un’umanità più pacifica e più giusta.

Il film è stato premiato nel 2016 in importanti festival, fra cui il Trieste Film Festival (Premio Corso Salani), Bellaria Film Festival (Menzione Paolo Rosa), Sardinia Film Festival e un Film per la Pace (Premio Speciale Miglior Film Consigliato alle Scuole).

 

 

La rassegna “Joyce Lussu – La rivoluzione possibile” è sostenuta dall‘Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna, dal Comune di Armungia e dal Comune di Portoscuso.

 

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