Gennaro, ex direttore di gioco al Bingo di Cagliari: “La gente si divertiva come nei centri d’aggregazione sociale” Casteddu On line

Gennaro Bisogno ha quarantacinque anni, chiari origini napoletane ma, da anni, vive a Cagliari. Sino a sei mesi fa aveva uno stipendio per poter portare avanti la sua famiglia: “Lavoravo solo io, ho moglie e anche una figlia di quindici anni”. Dal ventinove gennaio scorso, niente più stipendio dopo la chiusura per motivi giudiziari della sala scommesse di via Calamattia. Ora, la speranza della riassunzione tramite la società quartese Bingo Imperial, ma manca ancora la firma: “Mi hanno lasciato senza nulla nemmeno gli ammortizzatori sociali. Io ho fatto il capotavolo e il direttore di gioco, ero la ‘voce’ del Bingo Palace”. Cioè, comunicava i numeri estrattti ai tanti clienti che affollavano la struttura: “I clienti volevano stare con noi per trascorrere qualche ora in santa pace”, afferma Bisogno. “Negli ultimi mesi ho fatto qualche lavoretto sottobanco, giardinaggio e ufficio, ma  poco. Spero di avere il mio stipendio di gennaio perché l’ho lavorato”.

 

“Io e i miei colleghi ci troviamo in una situazione di limbo, non siamo stati licenziati quindi non possiamo nemmeno iscriverci al Centro per l’impiego”. Bingo luogo di perdizione, per molti. Ma il 45enne è categorico: “Non eravamo una sala scommesse ma qualcosa di diverso, come un centro di aggregazione. La gente veniva, mangiava e si divertiva, non è vero che ci si rovinava. Basta usare l’intelligenza”.

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