Una firma, meglio, “una nota di indirizzo” per non far pagare più a chi organizza “manifestazioni libere e pacifiche e non a scopo di lucro” la tassa “richiesta dalla Municipale”. Tra i tantissimi eventi rientra pure il Sardegna Pride, da un decennio appuntamento fisso, in estate, per la vasta comunità Lgbt che sfila per le vie del capoluogo sardo. In contemporanea alla decisione del Tar, che accoglie il ricorso dell’Arc – la onlus organizzatrice del Sardegna Pride – arriva anche lo “stop” del neo sindaco Paolo Truzzu al balzello da dover pagare, deciso con tanto di ordinanza il dodici giugno scorso, a firma dell’allora commissario straordinario Bruno Carcangiu. Appena si era diffusa la notizia dei 7450 euro da dover versare nelle casse pubbliche di via Crespellani, il malumore e la rabbia da parte di organizzatori e sostenitori della marcia arcobaleno aveva raggiunto livelli altissimi. E, già in quell’occasione, Truzzu aveva detto che si sarebbe impegnato per “trovare una soluzione”.
E la soluzione è arrivata: “Ogni tipo di manifestazione libera e pacifica e che non sia a scopo di lucro potrà svolgersi a Cagliari senza che gli organizzatori debbano pagare la tassa richiesta dalla Municipale. Ho firmato una nota di indirizzo che libera questo tipo di manifestazioni dall’obbligo di dover versare un contributo alla Polizia Locale”, annuncia il neo sindaco su Facebook, “in attesa che si esprima definitivamente la prossima Giunta comunale. Lavoriamo perché Cagliari diventi finalmente la città di tutti”. Ovviamente, tra gli eventi gratuiti non c’è solo il Sardegna Pride, ma anche tutta un’altra serie di appuntamenti, sportivi e culturali. Il ventisette e ventotto giugno prossimi c’è una due giorni di nuoto organizzata dalla onlus Special Olympics alla piscina di Terramaini: anche loro, sino a qualche ora fa, avrebbero dovuto pagare la tassa “extra”.
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