C’è sicuramente una conferma: i rifiuti sparpagliati un po’ per tutta Cagliari non sono diminuiti, nonostante qualcuno, in campagna elettorale, avesse fatto intendere che la presenza di spazzatura nelle strade fosse una mossa politica. Così come prima del voto, infatti, anche a urne chiuse molte zone della città soffrono ancora l’emergenza del “rifiuto selvaggio”. Dal pieno centro all’estrema periferia, non c’è differenza. In via Campania, proprio fuori dai cancelli del liceo Scientifico Pacinotti, per esempio, quattro buste – una delle quali maxi – sono poggiate per terra, fuori dal cestino troppo piccolo per contenerle. Dal maxi sacco nero cola pure del liquido e, con le alte temperature, l’effetto-puzza è presto realtà. Altra zona, Sant’Avendrace: in via Po si fa lo slalom tra la spazzatura e i pezzi di mobili, “comodamente” abbandonati da chissà chi davanti a un’autofficina. Ritornando in centro, via Tuveri: anche lì, altri sacchetti puzzolenti ammassati attorno ai pali che sorreggono i cartelli delle strisce pedonali, con i grandi cestini in ghisa che hanno le aperture troppo strette per poter ospitare rifiuti che, sicuramente, dovrebbero essere smaltiti con il sistema del porta a porta.
Ancora: in via Liguria decine di sacchetti, ancora una volta attaccati alla fermata del pullman. Chi attende il mezzo lo fa direttamente sulla strada, ben lontano da quel tratto di marciapiede – uno tra i tanti del capoluogo sardo, purtroppo- trasformati in mini discariche da parte di anonimi incivili.
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