Tutte le Regioni, Sardegna compresa, devono approvare entro dopodomani, 30 giugno, una legge per il taglio dei vitalizi dei consiglieri eletti prima del 2014. Lo prevede l’ultima legge di bilancio statale. Chi non adempie, andrà incontro ad una riduzione dei trasferimenti statali pari al 20%.
Nel Consiglio regionale sardo è stata già depositata una proposta di legge ad hoc e bipartisan – sollecitata dal presidente dell’Assemblea – che in più prevede l’attuazione di un sistema pensionistico contributivo per i consiglieri attuali. Il problema è che, a due giorni dalla scadenza, non è stata inserita all’ordine del giorno dei lavori della commissione Autonomia, tantomeno di quelli dell’Aula.
Quindi non potrà ottenere il via libera in tempo utile. Per questi motivi gli unici tre esponenti dell’opposizione che l’avevano sottoscritta – Roberto Deriu (Pd), Piero Comandini (Pd) e Antonio Piu (Progressisti) – hanno revocato le firme dal disegno di legge. “Avevamo aderito al solo scopo di salvaguardare la Sardegna da un enorme danno finanziario – spiegano – del quale non intendiamo in nessun modo assumerci la responsabilità: tutto va ricondotto in capo alle scelte della maggioranza” I tre ricordano anche che hanno evitato sino ad ora “ogni strumentalizzazione polemica o elettoralistica” legato al tema caldo dei vitalizi ma adesso, chiariscono, “riteniamo decaduto il principio d’urgenza per il recepimento dell’intesa sancita in sede di conferenza Stato-Regioni”. Quindi, ribadiscono i consiglieri del centrosinistra, “riprendiamo la nostra libertà d’azione e di parola rispetto ad una materia che ci ha visti responsabilmente aderire ad una richiesta del presidente del Consiglio regionale”.
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