La Corte d’appello di Ancona ha confermato la sentenza di condanna dell’ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi (tre anni di reclusione) e dell’imprenditore Davide Degennaro (due anni, pena sospesa) per l’accusa di corruzione tra privati nel processo ‘stralcio’ del crac Banca Marche: riguardava presunti scambi di favori tra l’ex dg e due imprenditori tra il 2010 e il 2012, legati a un immobile acquistato ai Parioli a Roma da una società facente capo ai familiari di Bianconi.
Per l’imprenditore Vittorio Casale, già assolto penalmente in via definitiva, sono state respinte le statuizioni civili della Nuova Banca Marche. Bianconi è stato assolto per un capo d’imputazione contestato in primo grado in concorso con Casale.
L’accusa era sostenuta dal pg Sergio Sottani e dal sostituto Filippo Gebbia. Confermati anche sequestri e confische a carico degli imputati. La difesa di Bianconi sostiene l’infondatezza delle accuse “frutto di un impianto accusatorio traballante”.
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