Cagliari, matrimoni e offerte in calo nelle chiese: “Ci sono sposi che donano solo 50 euro” Casteddu On line

I tempi delle maxi offerte e dei matrimoni in grande stile sembrano essere finiti anche a Cagliari. Dal centro alla periferia, dalla basilica di Bonaria alla chiesa dei santi Pietro e Paolo di Is Mirrionis, le coppie che scelgono di giurarsi amore eterno sono diventate quasi una rarità. Anche nella chiesa della centralissima piazza Giovanni XXIII entrano, perdonando la crudezza, più bare che futuri sposi. A fornire i numeri sono gli stessi preti delle parrocchie: “Cinque matrimoni dall’inizio del 2019” a San Paolo, spiega don Simone Calvano. “Quattro o cinque matrimoni all’anno, non sono di certo tantissimi”, conferma don Chicco Locci dalla chiesa a pochi metri di distanza dall’ospedale Santissima Trinità. E, nella suggestiva basilica di Bonaria? “Troppi giovani un po’ timidi”, sentenzia, ridendo e senza fornire altri numeri, il rettore padre Giovannino Tolu. Meno matrimoni uguale meno offerte: la classica “busta” con dentro qualche banconota, donata al prete prima della celebrazione è quasi un obbligo, vuoi per una questione di tradizione vuoi per una questione delle cosiddette “spese vive”. Come “le bollette della luce e dell’acqua, senza dimenticare che chi si sposa in chiesa lo fa sapendo che deve contribuire ad aiutare l’intera comunità religiosa”. Ma qual è, quindi, l’aria che tira alla voce “offerte”?

“Nella mia chiesa, così come in tutte le altre, oltre alla struttura mettiamo la luce e, se gli sposi non vogliono spendere troppo, anche i fiori che utilizziamo per le celebrazioni del sabato e della domenica”, dice don Simone Calvano, parroco di San Paolo. “Certo, le offerte sono in calo anche per via delal crisi, noi però abbiamo sempre le stesse spese vive da sostenere, per le quali serve l’aiuto di tutta la comunità. È una cosa normale, tenendo conto che noi non abbiamo nessun tariffario”. Chi invece ha un tariffario è la basilica di Bonaria, come conferma padre Giovannino Tolu: “Chiediamo duecento euro. Più che chiedere, suggeriamo agli sposi di donarci questa cifra, che è scritta su un foglietto, per toglierli dall’imbarazzo. Chi sceglie di sposarsi a Bonaria sa che tipo di chiesa trova, un posto unico e bello e rappresentativo per tutti i sardi. Poi, ognuno offre quello che vuole, c’è chi guarda anche i cinquanta euro, noi abbiamo anche le spese legate alla documentazione da richiedere tramite la Curia quando o l’uomo o la donna della coppia non è italiano, sono tasse anche quelle”. Nessuna tariffa e offerte libere, per quanto in calo, anche per don Chicco Locci: “Le famiglie contribuiscono rispetto alle loro possibilità, tra animazione liturgica e fiori a seconda dei gusti dei singoli, poi lasciano secondo la propria disponibilità l’offerta che vogliono. Non mi risulta che ci siano delle tariffe nelle chiese”, afferma don Locci, “la parrocchia è una famiglia di famiglie, sono sensibili. Più di una volta, conoscendo la situazione di una coppia, ho suggerito loro di non lasciare nessuna offerta per il matrimonio”.

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