Capoterra, caos all’Amatori Rugby: si dimette tra le polemiche il presidente Carlo Baire. Dimissioni al veleno. Anzi dimissioni obbligate. Così le definisce Carlo Baire, costretto a dire addio all’Amatori Rugby, la storica squadra di Capoterra. Ecco le sue motivazioni contenute in una lunga lettera aperta: ” Cari amici e sostenitorivi devo annunciare, ufficialmente che qualche settimana fa ho dato le mie dimissioni da presidente dall’Associazione Amatori Rugby Capoterra. Premetto che, questa decisione, non è improvvisata ma a lungo meditata. Quello che però mi piace rimarcare è il fatto che le dimissioni non sono volute ma sono state “obbligate”.
Quindici anni fa, l’Associazione era in uno stato critico al punto che la prima squadra per la prima volta non venne iscritta al campionato regionale. In quel momento da ex giocatore nonché da genitore di due ragazzi alla quale avevo già trasmesso la “malattia” del rugby, mi sono sentito chiamato in dovere di fare qualcosa affinché il rugby a Capoterra non sparisse.
Mi rimboccai le maniche e mi misi a lavoro per ricompattare tutte le varie anime rugbistiche capoterresi. Centrai l’obbiettivo anche se non al 100%.
Iniziammo a rinnovare il gruppo dirigente, dando vita ad una nuova stagione con grande entusiasmo, con l’obbiettivo minimo di dare serietà, concretezza e soprattutto dignità ad un’associazione che aveva una storia da difendere e una grande attività da sviluppare.
Con l’impegno di tutti abbiamo non solo ricostruito ma addirittura sviluppato una crescita, nel corso degli anni, che è stata esponenziale. Si sono raggiunti risultati insperati, ma come logica conseguenza di un grande lavoro costante, serio e competente. Prima la serie B, la serie A, gli incontri del Sei Nazioni, il centro di formazione federale, sono solo alcuni esempi di tanti obbiettivi raggiunti.
Purtroppo nel corso degli ultimi anni questo gruppo dirigente, forse per stanchezza e forse per maturazione differente dei singoli soggetti, ha iniziato a perdere pezzi e ad avere, non solo idee diverse dalle mie, nel modo di gestire e mandare avanti l’attività, ma addirittura interessi differenti dall’Associazione stessa. E così sono cominciati ad affiorare i primi segnali di decrescita.
Ho sollecitato già due anni fa un impegno più concreto e soprattutto indirizzato al reale interesse dell’Associazione, presentando già nel luglio 2017 le mie dimissioni. Le quali furono congelate dopo una lunga discussione che produsse la promessa di una ristrutturazione societaria e soprattutto un rinvigorito apporto in termini di impegno reale.
Inizialmente c’è stato qualche segnale, ma purtroppo è stato un fuoco di paglia. In questi due anni le idee ed i rapporti sono andati ulteriormente ad incrinarsi, fino ai giorni più recenti dove il solco è diventato più profondo ed incolmabile a causa dei forti attriti nati sulla scelta del nuovo allenatore; per il quale sono stato sfiduciato per due volte in direttivo.
Quindi alla fine non mi è rimasto altro da fare se non quello di rassegnare le dimissioni da un gruppo dirigente che oramai ragiona e vede le questioni in modo totalmente differente dal sottoscritto.
Sono dispiaciuto in una maniera indescrivibile e scrivo con un nodo alla gola che mi rattrista parecchio, dopo circa quarantadue anni divisi tra atleta e dirigente, dopo tanto impegno e sacrificio, non è assolutamente facile digerire una situazione del genere, ma purtroppo devo prendere atto e mettermi da parte.
Spero vivamente per il bene dell’Amatori Capoterra che il mio successore abbia la capacità di non disperdere un patrimonio ed una storia, che non è personale ma di tutti.
Ringrazio di cuore tutti coloro che appassionatamente mi hanno aiutato e sostenuto in tutti questi anni a trasformare l’Associazione e farla diventare una realtà conosciuta, stimata e rispettata da tutti”.
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