Il presunto foreign fighter Pierluigi Caria, al quale il 24 settembre 2018 era stato sequestrato il passaporto con l’accusa di terrorismo, non è un soggetto pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Lo ha deciso il tribunale collegiale di Cagliari, rigettando la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per la durata di 3 anni, con obbligo di soggiorno nel comune di Nuoro, avanzata dalla Questura del capoluogo barbaricino. L’istanza è del 14 dicembre 2018, subito dopo la revoca da parte del Gip del tribunale di Cagliari dell’ordinanza cautelare nei confronti di Caria di divieto di espatrio e conseguente restituzione del suo passaporto.
Per la Questura di Nuoro, invece, il 34enne – su cui pende tuttora l’indagine per terrorismo – rimaneva un soggetto pericoloso e la sua posizione si era aggravata a seguito della partecipazione alla manifestazione in sostegno dei pastori, avvenuta a Lula il 13 febbraio 2019: in quell’occasione era stato deferito all’autorità giudiziaria per i reati di blocco stradale, violenza privata, danneggiamento e manifestazione non autorizzata. “Caria non ha messo in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica e non è da considerarsi un soggetto pericoloso”, scrivono ora i giudici cagliaritani. Le indagini della Dda di Cagliari erano partite dopo una intercettazione ambientale in cui il nuorese confidava a un amico di aver combattuto con le armi in Siria a fianco del popolo curdo. “In tutte le udienze ho sempre sostenuto che Caria non è un soggetto pericoloso – ricostruisce il suo difensore Gianfranco Sollai – Si era recato in Siria per esternare la sua solidarietà al popolo curdo contro i terroristi dell’Isis, e così pure ha fatto con i pastori. Questo nuovo provvedimento non fa che confermare la bontà delle nostre posizioni”.
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