La nuova frontiera dello sviluppo economico in Sardegna è il binomio turismo-agroalimentare. “L’enogastronomia è un valore aggiunto, un attrattore fondamentale dell’Isola”, ha spiegato il presidente della Regione Christian Solinas aprendo il convegno organizzato da Intesa San Paolo “Potenzialità e possibili sinergie con la filiera agroalimentare”, presente tra gli altri il ministro dell’Agricoltura e Turismo Gian Marco Centinaio.
“In tutto il mondo – ha sottolineato il governatore – sono due i fattori che consentono all’industria del turismo di essere attiva tutto l’anno, l’arte e appunto l’enogastronomia. E in questo senso l’Isola è in grado di offrire un patrimonio immateriale di tradizioni e cultura capace di creare lavoro e benessere”. Gli danno ragione i dati illustrati ed elaborati dal centro Studi di ricerca per il Mezzogiorno del gruppo Intesa San Paolo. Il legame tra settore agricolo, alimentare e turismo rappresenta il 10,6% del Pil, il 15,7% degli occupati e il 34,3% delle imprese.
L’enogastronomia è all’apice delle richieste dei turisti. Qualità, investimenti nelle imprese e nei processi produttivi rappresentano fattori essenziali per l’economia dell’Isola. Lo dimostra l’effetto moltiplicativo generato dal settore alimentare: per ogni euro investito se ne creano altri sei. “Compito della Regione – ha chiarito Solinas – è mettere a sistema, coordinare le risorse per dar vita a una ‘destinazione Sardegna’ che vada oltre le stagioni, garantendo trasporti e viabilità interna efficiente e una promozione all’altezza delle aspettative”.
“Sono le Regioni ad avere in mano il pallino – ha detto infatti il ministro Centinaio – compito del ministero è fare in modo che tutti i tasselli del puzzle combacino”. Il titolare di Agricoltura e Turismo ha confermato che, anche a livello nazionale, “l’obiettivo a cui si sta lavorando è proprio la filiera agroalimentare-turismo, due tra le eccellenze del nostro Paese”. Per il direttore regionale di Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo, Pierluigi Monceri, “in Sardegna occorre puntare su un turismo sinergico e multidimensionale, sviluppare nuovi tematismi per un’offerta più ampia, affidandosi ad un marketing strategico che li racconti e sostenga, e continuare ad investire puntando sulla qualità dei prodotti agroalimentari, elemento alla base del Made in Italy”. Una ricetta per far fronte a punti di debolezza oggettivi, come l’alta stagionalità (“legata alla mono tematicità tipica della regione”), l’accessibilità e la mobilità interna al territorio.
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