In merito al rinnovo dell’autorizzazione paesaggistica per il Porto Canale di Cagliari, è intervenuta la Sovrintendenza “al fine di una migliore comprensione della vicenda da parte dell’opinione pubblica e dei cittadini”. “La procedura amministrativa in atto – spiega una nota – riguarda esclusivamente la riedizione dell’autorizzazione paesaggistica alla realizzazione del Porto Canale, emessa nel 1981 e annullata definitivamente dal Consiglio di Stato con sentenza n.22 del 2000, giunta ad opere già compiute e della quale nessuno ha, fino a tempi recenti, richiesto il necessario rinnovo.
Non è in discussione la “rimozione” del vincolo determinato dal Decreto Ministeriale del 01/03/1967 denominato “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della spiaggia della Plaja in Cagliari” la cui revisione è stata oggetto di pregresse interlocuzioni con i competenti uffici centrali del Ministero già a partire dal 2016 ed oggi non è interessata dai procedimenti in corso. Allo stato attuale, i vincoli vigenti sull’area sono riconducibili non già al solo vincolo paesaggistico degli anni ’60 relativo dell’area de “La Plaja” – lungo ben 6 km a fronte dei circa 3 modificati dal Porto canale – ma anche al vincolo sulla fascia dei 300 m dalla battigia marina, vigente dal 1985 e derivato dalla cosiddetta legge “Galasso” che protegge la morfologia del territorio e dai vincoli derivanti dal PPR, risalenti al 2006 e di competenza regionale.
La stigmatizzazione del solo vincolo ministeriale della spiaggia de “La Plaja” del 1967 fornisce una visione parziale, riduttiva e fuorviante della reale condizione di tutela paesaggistica dell’area, assecondando un’interpretazione distorsiva dell’operato degli organi del MiBAC, il cui compito istituzionale e costituzionale è la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della Nazione, nel pieno rispetto dell’art. 9 della Costituzione Italiana”.
“La crisi del Porto Canale, di cui riferiscono ripetutamente gli organi di stampa, con le conseguenti ipotesi di riduzione del traffico merci e del personale impiegato – prosegue la nota della Soprintendenza – non ha relazione diretta con la procedura in corso, che è stata avviata solo in data 20/11/2018, e non può aver quindi influito su dinamiche socio-economiche di lungo termine che investono l’intero Mediterraneo e che sarebbe strumentale addebitare al Ministero ed al rinnovo della autorizzazione paesaggistica. La Soprintendenza e gli organi centrali del MIBAC hanno sempre collaborato lealmente con i soggetti coinvolti nella complessa vicenda amministrativa, partecipando con i propri rappresentanti ad incontri e riunioni operative volte alla ricerca di una pronta e definita risoluzione della vicenda. La Soprintendenza auspica, pertanto, una conclusione positiva e rapida del procedimento di rinnovo dell’autorizzazione paesaggistica nel rispetto delle leggi e dei valori in campo, nell’interesse di Cagliari e dell’intera Sardegna”.
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