Non c’è solo la “guerra delle capesante” al largo della Normandia tra i pescatori francesi e quelli inglesi. C’è anche quella tra pescatori italiani da una parte, guardia costiera greca dall’altra, con le seconde che accusano i primi di effettuare battute di pesca nelle acque territoriali della Grecia. Lo scontro diplomatico tra i paesi di appartenenza delle imbarcazioni è dietro l’angolo. È una battaglia che si combatte a colpi di sequestri. L’ultimo caso della “guerra del pesce” si è risolto nelle ultime ore con il sequestro di circa 9 tonnellate di pesce da parte dell’Ufficio Pesca dell’Autorità Portuale di Heraklion, nell’ambito di un controllo della pesca condotta giovedì e venerdì. I due pescherecci della marineria italiana “EROS B” con cinque uomini a bordo e il “GIOVANNICATERINA”, con sei uomini,sono stati rimessi in libertà. Specificamente, si è constatato che la dimensione minima delle maglie delle reti da traino non rispettavano il diametro così come previsto dal Regolamento UE n.1343/2011. Il pescato, del valore di circa 40 mila euro (9 tonnellate di gamberi e quattrocento chili di pesce misto), è stato preso in consegna dalle autorità greche. Specificamente, sono state trovate e sequestrato in totale 4 reti da traino, a maglia romboidale, le cui dimensioni nella parte della prolunga o in una parte del corpo della rete erano inferiori alla minima prevista con le maglie più piccole nel sacco, cioè 50 mm per la maglia diamantata: sono state sequestrate in totale 9 tonnellate e 388 kg di pesce. In dettaglio, nella “EROS B” sono stati trovati: 3.808 kg di gamberetti rossi, 663kg di gamberetti bluegrass e 101kg di merluzzo. Nella ” GIOVANNICATERINA ” trovati: 3.996 kg di gamberetti rossi, 672 chilogrammi di gamberetti dalla coda blu. L’Autorità Portuale di Heraklion ha avviato la procedura sanzionatoria, mentre le quantità di specie di pesci sequestrati tra gamberi rossi, gamberi e gamberetti sono stati venduti all’asta per l’importo di euro 32.154,5 mentre le quantità delle specie di cattura sequestrati come il merluzzo, a causa della mancanza di un offerente, è stato donato a diverse mense dei poveri, associazioni di volontariato e case famiglia. Ma quello dei due pescherecci italiani, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, è solo l’ultimo di una serie di episodi che hanno interessato i nostri pescatori. E la battaglia del pesce, continua, che si combatte a colpi di sequestri, anche se in qualche caso i pescatori italiani hanno denunciato il ricorso da parte delle autorità straniere di strumenti, anche a scopo intimidatorio.
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