Le lacrime di Lorena Vacca: “Mio fratello morto dopo l’incidente al Margine Rosso, voglio tutta la verità” Casteddu On line

È ancora sotto choc, Lorena Vacca. Suo fratello Antonio, 40enne di Settimo San Pietro, è morto dopo sette giorni di lotta in un letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale Brotzu. Una morte avvenuta in seguito a un incidente sempre più misterioso. L’uomo era alla guida della sua Smart lo scorso sette luglio quando, verso le 2:30, è stato prima soccorso e poi trasportato a sirene spiegate all’ospedale da un’ambulanza del 118. “Nessuno ci ha avvisato, mio fratello è stato ricoverato come ‘anonimo’ nonostante ci fossero elementi quali la targa dell’auto e i documenti contenuti nel suo portafoglio”, dice, contattata da Casteddu Online, Lorena Vacca. “Non si conosce la dinamica dell’incidente, chi è intervenuto per soccorrerlo non ci ha saputo fornire nessuna risposta. Io e i miei parenti abbiamo scoperto che Antonio era stato ricoverato in gravi condizioni dopo oltre un giorno di ricerche, solo perchè mia madre l’aveva saputo facendo un giro di telefonate”. La Smart del 40enne morto “è conservata in un deposito, non siamo ancora andati a vederla. È impossibile che non ci sia nemmeno una persona che sappia fornirci qualche elemento. Come è avvenuto l’incidente? Perchè nessuno si è preso la briga di cercarci?”. Domande, quelle della Vacca, alle quali non può rispondere, almeno ai giornalisti, la direzione generale del Brotzu: “Motivi di privacy”, questo il messaggio, telegrafico al massimo.

 

Di sicuro, però, qualche elemento utile a chiarire le cause dell’incidente e della “mancata ricerca” dei parenti da parte dei medici del Brotzu, potrà arrivare già nei prossimi giorni. I parenti di Antonio Vacca hanno si sono infatti rivolti all’avvocato Mauro Sollai: “Al momento non abbiamo ancora nessuno sviluppo, devo chiedere tutta la documentazione, partendo da quella in mano alla polizia Stradale legata all’incidente per poi proseguire con tutte le carte del ricovero in ospedale del signor Vacca”, informa l’avvocato, “ovviamente, sempre se non dovessero già esserci delle indagini in corso, ma non penso visto che non ci sono elementi di reato. Quello che i miei assistiti vogliono e hanno il diritto di sapere è come si siano svolti i fatti. Serve capire dopo quanto tempo sia intervenuta la polizia Stradale, perchè potrebbe aver annotato degli elementi importanti legati al sinistro”. Forse. O, forse, “potrebbe aver compiuto solo le classiche rilevazioni ordinarie”. Dubbi, perplessità e una ricerca, chiara, della verità. Ecco cosa chiede una famiglia che, in una settimana, ha vissuto un doppio dramma: scoprire quasi per caso che un loro caro aveva avuto un terribile incidente e, poi, doverne piangere la scomparsa.

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