Cagliari, il “calvario” dei pazienti dell’Oncologico: “Sale operatorie inagibili e attese infinite per la chemio” Casteddu On line

La lista delle criticità è bella lunga, e la riapertura del bar, dopo due anni e mezzo, viene salutata come un possibile “miracolo” per una “rinascita” dell’ospedale Oncologico di via Jenner. Lì, tra le corsie del Binaghi dove si intrecciano le difficili storie di chi ha un tumore, la situazione – stando a quanto denunciano varie associazioni che si occupano di tutelare e di farsi portavoce dei malati – sarebbe tutt’altro che rosea. L’ultimissima polemica è legata agli impianti di condizionamento, “spenti o malfunzionanti”, ma non è il caldo l’unica grana da sopportare all’interno dell’ospedale. “Le sale operatorie non sono sempre agibili ec’è un sovraffollamento per le terapie chemio. Non esiste un’accoglienza vera e propria dei pazienti malati dei tumore, ma solo un’assistente sociale e una psicologa”, afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti e Riforme. Anche lei ha vissuto sulla sua pelle cosa vuol dire avere un tumore e dover “frequentare” l’Oncologico. “Non è un ospedale per pochi, arrivano persone da tutta la Sardegna”, afferma, a margine della conferenza stampa organizzata insieme a Fidapa Cagliari, Adiconsum Sardegna e Fondazione Taccia-Mai più sole contro il tumore ovarico. La lista di problemi va avanti.

 

“Un tumore non si ferma, bisogna accelerare i tempi di diagnostica e anche gli esami istologici. Vivere un’esperienza tumorale compromette l’equilibrio delle famiglie dall’interno. C’è chi arriva dalle periferie e deve fare chilometri per poter fare la chemioterapia”, e gli orari sarebbero infiniti, “si arriva alle sette del mattino e si va via alle diciannove. Questo è un ospedale abbandonato”, puntualizza la Caligaris, “l’assessore regionale della Sanità, Nieddu, si è insediato già da qualche mese e deve essere presente all’interno della struttura per rendersi conto dei problemi”.

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