L’emozione del primo piede sulla Luna di Armstrong e la titubanza di Aldrin che, tra il vedere e il non vedere, torna indietro nella scaletta per capire se oltre scendere, si può anche risalire. È stato celebrato anche a Cagliari, con una visione collettiva nell’aula magna di Ingegneria di un documentario sul l’approdo al mare della Tranquillità, il cinquantesimo anniversario dello sbarco sul satellite terrestre.
Un lungo applauso ha salutato la conclusione del cortometraggio, parte centrale di un lungo pomeriggio di tavole rotonde, presentazione di libri e discussioni con esperti. Tutte incentrate sull’omaggio agli eroi dell’Apollo 11 e su presente e futuro delle esplorazioni spaziali. Padrone di casa il Distretto aerospaziale della Sardegna. Che, in qualche modo, ha già tracciato il futuro post Armstrong con due brevetti già depositati che presto – ma c’è ancora il massimo riserbo – potrebbero portare a clamorose evoluzioni.
“Se l’uomo vuole colonizzare lo spazio – ha detto il presidente del Dass Sardegna Giacomo Cao – deve agire sui tempi di missione. Gli obiettivi sono quello di allungare i periodi di permanenza cercando però di portare con sé meno materiale possibile”. Ad esempio impiegando suolo lunare e marziano per ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti, propellenti e biomassa commestibile.
“Non dimentichiamo – ha sottolineato – l’importanza scientifica della missione del 1969 per i riflessi e gli stimoli per le tecnologie . Dalle tute ignifughe ai joystick comunemente usato per giocare passando alle celle a combustibile: tutto questo era già in quella missione”.
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