“La crisi – hanno sottolineato gli assessori Zedda e Todde – è cominciata da alcuni anni, ovvero da quando l’azienda Cict, socia del Cacip, per ben due anni non è riuscita a rispettare il movimento dei container previsto dalla concessione, fatto sul quale la Regione non ha alcuna competenza. Inoltre, la cassa integrazione è assoluta e primaria competenza del Ministero del Lavoro, che può autorizzarla e concederla, mentre la Regione interviene solo nelle procedure di accordo”.
“Da subito, la Regione – hanno aggiunto gli esponenti della Giunta – ha dato la propria disponibilità a vagliare qualsiasi azione di politica attiva di supporto e non si può certo sostituire al Ministero. Da quando è sorta la vertenza, peraltro, il presidente Solinas ha chiesto ripetutamente l’intervento della Presidenza del Consiglio dei ministri, anche sulla riduzione dei vincoli paesaggistici (assurdi in un‘area industriale), senza ricevere alcuna risposta. Chi accusa è lo stesso Mise che deve emanare il Dpcm sulla Zona economica speciale (Zes), ma ancora tace”.
“Questa nota ministeriale denota poca serietà e totale mancanza di onestà intellettuale, oltre che ignoranza politica nell’affrontare la crisi, avanzando l’unica proposta di una cassa integrazione ’farlocca’. Finora, nessun ministro competente (Infrastrutture, Lavoro e Sviluppo economico) ha mai presenziato ad alcun tavolo. Addirittura, il ministro Toninelli, mentre a Roma la Regione partecipava ad un importante tavolo ministeriale sul tema, si trovava in campagna elettorale ad Alghero, facendosi sostituire dal capo di gabinetto. Nessuno di loro, pur avendo la competenza, il dovere e la responsabilità di governare la crisi, ha mai proposto una legge per salvare il Porto di Cagliari, come è avvenuto per Genova, Gioia Tauro o Taranto. Lasciamo ai Sardi la valutazione delle lacune di questi ministri”, hanno concluso gli assessori Zedda e Todde.
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