La polemica di metà agosto, anche quest’anno, c’è stata, e ha riguardato l’apertura dei supermercati a Cagliari. Tranne pochissime eccezioni, le serrane sono rimaste alzate anche nel giorno di Ferragosto, per la gioia dei tanti sardi e turisti che hanno fatto la spesa ma, contemporanemente, per la disperazione dei sindacati, che hanno puntato il dito contro “le aperture non essenziali. Molti commessi sono costretti ad ubbidire alla volontà di questa o quella catena. Alcune pagano la maggiorazione, molte altre no o si tratta di quindici euro in più”. Non solo una questione economica ma anche sociale, stando alla UilTucs: “I commessi stanno lontano dalle famiglie anche in un giorno di festa”. E il dibattito, tra i lettori di Casteddu Online, si è subito acceso. Centinaia i commenti alla notizia pubblicata ieri: pochi “difendono” i commessi, molti li invitano a “ringraziare” perché hanno un lavoro e, tra i tanti, c’è anche chi suggerisce una serrata totale delle attività commerciali nei giorni segnati in rosso sul calendario, seguendo l’esempio di altri paesi europei.
Un esempio su tutti? La Germania, come scrive Giulia P. “In molte realtà i giorni di festa, essendo pochi, vengono rispettati. Vedi la Germania, tutto chiuso e non mi pare che stiano facendo la fame o debbano ringraziare per un lavoro. Qui in Italia ormai siamo abituati a dire grazie per una cosa che a momenti ci spetta come diritto di nascita. Siamo un paese alla deriva”. Ma c’è anche chi vede con assoluta normalità l’apertura dei supermercati, come Vanessa P.: “Io oggi non sono andata la market però credo che non ci debbano essere distinzioni tra un lavoro e un altro! Non vedo perché mio marito che lavora in hotel oggi debba lavorare tutto il giorno, e invece uno che lavora al market abbia il diritto di riposarsi perché è festa. Il turista al market non ci va? È il medico? Chi ha bisogno muore il giorno di Ferragosto? I lavori sono tutti uguali! Altrimenti chiudiamo tutto compresi i chioschi al mare e non se ne parla più”. Andreina M. porta l’esempio del marito: “Ha fatto i turni per 43 anni, a Natale, a Pasqua e a Ferragosto. Per noi quando lui era di riposo era sempre festa, se ci tieni al tuo lavoro ti abitui e non ne fai un dramma”. Silvia Zucca è netta: “Da sempre si è sempre sopravvissuti con i market chiusi. Prima ci si organizzava e non c’era bisogno di fare la spesa a Pasqua, Natale o Ferragosto. Di certo quello del commesso non è un mestiere fondamentale per sopravvivenza. Il cameriere invece da sempre ha lavorato festivi e feriali senza distinzione. Si conoscono i mestieri che da sempre lavorano la domenica. Il commesso lo è solo negli ultimi anni. Quindi, sinceramente, non vedo perché oggi sia fondamentale, se ieri non lo era. E soprattutto per 15 euro in più. E ai commessi non lasciano mance, se dobbiamo dirla tutta”.
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