Due striscioni all’ingresso del porto di Cagliari: “giù le mani dal porto canale” e “l’azienda è fatta di persone”. E il doppio messaggio lanciato dai lavoratori del porto canale a rischio licenziamento: da stamattina è in corso un presidio al varco dogana di viale La Playa, all’ingresso del porto di Cagliari. Mentre continua la protesta anche nella parte industriale dello scalo con i dipendenti della Cict, il principale terminalista del traffico container, in assemblea e presidio permanente.
Il pericolo numero uno è il licenziamento dei 210 dipendenti della società cagliaritana del gruppo Contship. Per questo i sindacati chiedono- in attesa di un piano di rilancio- almeno la cassa integrazione di 12 mesi. Ed era questo il programma stabilito anche nell’ultima riunione ministeriale che risale però allo scorso 31 luglio. Le risposte della Cict? Ieri la società ha manifestato la disponibilità a risedersi al tavolo per la prossima settimana. “Per il momento nessuna garanzia – avverte William Zonca della Uil – bisogna fare in fretta, abbiamo bisogno di certezze per il futuro dei lavoratori”.
La Cisl è convinta: “La palla passa ora al Mise – spiega il sindacalista Corrado Pani – non ci sono alibi: deve convocare subito il tavolo perché la priorità sono i posti di lavoro. Chiediamo alla Regione di fare la sua parte nelle politiche di rilancio del terminal”. Anche la Cgil all’attacco: “Il tempo stringe – spiega Marco Manca – a noi interessa la difesa del lavoro, non chi gestisce. Cagliari può ritornare a dire la sua come è stato per tanti anni. Ora aspettiamo la convocazione del tavolo”.
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