Dal 2019 la guardia frontiera del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha iniziato a calcolare il numero dei cittadini stranieri che entrano nel Paese per i motivi di lavoro. Nei primi sei mesi del 2019 si sarebbero recati in Russia per il lavoro più di 9 mila italiani. Il servizio statistiche della Russia, Rosstat, ha aggiornato gli strumenti statistici per l’organizzazione da parte dell’FSB del monitoraggio di numero di cittadini stranieri che arrivano in Russia. Nel documento aggiornato, l’elenco dei motivi di soggiorno dichiarati è stato ampliato ed ora include anche “lavoro” e “studio”. Va precisato che il dato presentato fa riferimento ai controlli all’ingresso nella Federazione Russa, per cui viene ogni ingresso o uscita dal paese viene calcolato come dato singolo, tralasciando il fatto che una persona possa visitare il Paese più di una volta. I dati più precisi, saranno quelli resi noti a fine anno da ROSSTAT, l’istituto di statistica russa, che si basa sui registri del Ministero degli Interni, redatti a partire dalla registrazione del domicilio che ogni cittadino straniero temporaneamente in territorio russo è tenuto a effettuare. Quello che oggi sta vivendo l’Italia è un esodo pari a quello del Secondo dopoguerra. Un’emorragia di connazionali che lasciano il Paese, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per cercare condizioni migliori. Tuttavia questi dati raccontano soltanto parte del fenomeno, perché vanno incrociati con le altre statistiche anagrafiche dei maggiori Paesi europei. Da sottolineare che la destinazione Russia, oggi per la prima volta, si aggiunge alla lista ed ai numeri dell’Aire (cioè dell’Anagrafe degli italiani all’estero) anche se la prima destinazione resta la Germania (20mila italiani arrivati a inizio 2018), poi Regno Unito (18.517) e Francia (12.870), anche se con la Brexit le presenze in Uk sono scese del 25,2%.
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