Governo, si lavora ad un documento. Alt Pd a Di Maio vicepremier Cagliaripad

Si riapre il dialogo tra i 5Stelle e i Dem, mentre con il colloquio tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i presidenti delle Camere, Elisabetta Alberti Casellati, e Roberto Fico, parte al Quirinale il secondo giro di consultazioni per la formazione di un nuovo governo dopo le dimissioni del premier, Giuseppe Conte. E i mercati sembrano credere all’accordo per la formazione del nuovo governo giallorosso.

Segnali di distensione, dunque, tra il Pd e M5s dopo lo stallo che si era verificato questa mattina. “In presenza del Presidente Conte, non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso”: rilevano fonti di Palazzo Chigi.

Parole che sbloccano l’impasse. La precisazione che Luigi Di Maio non ha mai chiesto il Viminale “mi sembra un segnale positivo”,dice Andrea Marcucci. “Passi in avanti? Direi di sì”, ha risposto ai cronisti arrivando al Nazareno per la cabina di regia del Pd. La trattativa è ripartita? “Sono più ottimista”, ha detto ancora Marcucci.

Apprezzamento per la parole di Marcucci dal M5s: “Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità”.

Si lavora, quindi, ad un documento unitario: a Montecitorio l’incontro tra le due delegazioni per lavorare sui temi di un accordo. Alla riunione i capigruppo alla Camera e al Senato dei due schieramenti, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli per il M5s e Graziano Delrio é Andrea Marcucci per i dem. Con loro i vicepresidenti dei gruppi M5s Francesco Silvestri e Gianluca Perilli e la vicesegretario del Pd Paola De Micheli e il coordinatore della segreteria Andrea Martella.

Intanto è cominciata la cabina di regia al Pd con il segretario Zingaretti, il presidente del partito Paolo Gentiloni, i due vicesegretari Andrea Orlando e Paola De Micheli, i capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e le due vicepresidenti dell’assemblea Debora Serracchiani e Anna Ascani. Rinviata a domattina alle 10, invece, la direzione del Pd sugli sviluppi della crisi di governo, che avrebbe dovuto tenersi oggi alle 18.

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LO SCONTRO – Dopo il vertice notturno, la trattativa tra M5s e Pd si era interrotta. ‘L’accordo rischia di saltare per le ambizioni personali di Di Maio: vuole il Viminale e fare il vicepremier’, aveva accusato il Pd. ‘Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5s’, la replica. Alta la tensione tra i pentastellati. Gallo attacca Di Battista: ‘Chi esplicitamente persegue la strada del voto o del ritorno con la Lega contro la volontà del gruppo e di Grillo non può dettare condizioni’.

In campo anche i pontieri. ‘Nessun veto su Conte. Dialogo bruscamente interrotto non capiamo perché, speriamo riprenda’, dice Delrio. ‘Che Conte non sia il punto è un grandissimo passo avanti, la trattativa non è saltata’, fa eco D’Uva. ‘Litigano sulle poltrone, torna la Prima Repubblica’, attacca Salvini. Dalla Lega tornano segnali di apertura al M5s.

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