Governo: si riapre il dialogo M5s-Pd. Alle 16 cabina di regia Dem. Consultazioni al Quirinale Cagliaripad

Con il colloquio tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, parte al Quirinale il secondo giro di consultazioni per la formazione di un nuovo governo in seguito alle dimissioni da presidente del Consiglio presentate da Giuseppe Conte. Intanto si riapre il dialogo tra i 5Stelle e i Dem

Segnali di distensione, dunque, tra il Pd e M5s. “In presenza del Presidente Conte, non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso”: è quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

La precisazione che Luigi Di Maio non ha mai chiesto il Viminale “mi sembra un segnale positivo” dice Andrea Marcucci. “Passi in avanti? Direi di sì”, ha risposto ai cronisti arrivando al Nazareno per la cabina di regia del Pd. La trattativa è ripartita? “Sono più ottimista”, ha detto ancora Marcucci.

Apprezzamento dal M5s: “Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità”.

Il vertice in programma alle 11 è saltato. Alle 16 si riunisce la cabina di regia del Pd per assumere le decisioni conseguenti. “Torni il dialogo, non c’è tempo da perdere. Il Paese aspetta risposte serie, non ci interessa discutere di posti e poltrone”, è l’appello del capogruppo Dem alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla riunione con i big del partito. “Non c’è alcun veto” su Conte, ha ribadito Delrio. Poi, alla domanda se Conte debba trattare al posto di Di Maio, Delrio ha risposto: “Qualcuno prenda in mano la situazione. Basta con le ambizioni personali”.

“Che Conte non sia il punto è un grandissimo passo avanti, un’ottima notizia”, ha detto il capogruppo alla Camera dei Cinque Stelle, Francesco D’Uva. “Non mi risulta che la trattativa sia saltata. Si va avanti, una cosa per volta”, ha aggiunto.

“L’accordo di Governo – affermano i Dem – rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell’Interno e il Vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di di ultimatum”. “Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi”, replica M5S. “In presenza del Presidente Conte, non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso”, si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Di “strada in salita” avevano già parlato i Democratici ieri sera, dopo il lungo incontro a Palazzo Chigi. “Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini”, avrebbe detto Di Maio ai suoi dopo l’incontro con la delegazione Pd. “La pazienza ha un limite. L’Italia non può aspettare, servono certezze. Aspettiamo una loro posizione ufficiale su Conte”, dichiara M5S. Intanto fonti dem ribadiscono che non entrerà in un governo M5s-Pd, resterà in Regione.

Secondo i Dem la trattativa tra M5S e Pd per la formazione del nuovo governo è incagliata sul nodo dei vicepremier e dei ministeri più pesanti. In particolare, spiegano le stesse fonti, considerato Conte come esponente M5S, i Dem dovrebbero avere l’unico vicepremier. Inoltre, per dare un segno di svolta sulla politica economica, la delegazione Pd avrebbe chiesto tutti i ministeri economici. Al momento la delegazione pentastellata avrebbe detto no, invocando per Luigi Di Maio il ruolo di vicepremier e un ministero di peso, come gli Interni. Ma uno dei nodi è proprio il Viminale, che il Pd avrebbe chiesto per un suo esponente (o al più una figura terza).

Tensioni anche all’interno dei Cinque Stelle. “Chi esplicitamente sta perseguendo la strada del voto o del ritorno con la Lega contro la volontà del gruppo parlamentare e Di Beppe Grillo non può dettare condizioni a nessuno. Un’altra occasione persa per stare in silenzio”, scrive il deputato M5s e presidente della Commissione Cultura Luigi Gallo in un tweet in cui critica il post pubblicato da Alessandro Di Battista.

Ma non si esclude che domani nelle consultazioni i due partiti possano dare l’indicazione di Conte premier per poi lasciare a lui verificare, in tempi rapidi, se ci sono le condizioni per formare il governo. Se tutto salterà, c’è già chi ipotizza come data utile per il voto il 10 novembre.

Le consultazioni al Colle si svolgeranno in due giorni. Oggi il capo dello Stato sentirà al telefono Giorgio Napolitano, poi alle 16 riceverà il presidente del Senato Elisabetta Casellati e alle 17 il presidente della Camera Roberto Fico. A seguire i partiti, con il M5s ultimo gruppo ad essere ascoltato mercoledì alle 19.

La direzione del Pd sugli sviluppi della crisi di governo, che avrebbe dovuto tenersi oggi alle 18, è rinviata a domattina alle 10, si apprende da fonti Dem.

Interviene Matteo Salvini: “Dico a Pd e M5S che da giorni si stanno trascinando nella contrattazione di ministeri e poltrone: fate in fretta, state perdendo giorni su giorni e non trovano accordo su ministeri, non su progetti, ma sulle poltrone. Sembra di tornare ai tempi della Prima Repubblica, ai tempi di De Mita e Fanfani”, così su facebook il leader della Lega.

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