“Attila” manca da Cagliari da 143 anni. L’ultima rappresentazione dell’opera di Verdi nel capoluogo sardo risale al 1876 al Teatro Civico. “Un vuoto da colmare, un’opera del primo Verdi, un titolo capolavoro, piena di gemme e tesori, in cui si ritrova tutta la grandezza del compositore”. Così Carla Moreni, giornalista, critica e saggista, nel presentare nel foyer di platea del Teatro Lirico di Cagliari l’opera che andrà in scena il 27 settembre, sesto appuntamento della Stagione lirica. Il dramma in un prologo e tre atti viene proposto in un nuovo allestimento del Lirico, in coproduzione con la State Opera di Stara Zagora (Bulgaria).
Regia e luci di Enrico Stinchelli, conduttore de “La Barcaccia” su Rai Radio 3. Sul podio Donato Renzetti. “Se vogliamo conoscere Verdi non possiamo prescindere dalle prime opere – ha argomentato l’esperta – Attila è un’opera che conquisterà il pubblico per la storia, per la scrittura orchestrale. Un lavoro di grande spessore e di grande godimento”. Moreni ha messo l’accento sui protagonisti: Odabella (soprano), la figlia del signore della città di Aquileia conquistata dal “grande barbaro”, Attila (basso), “uno dei ruoli più incantevoli della letteratura melodrammatica”, ha sottolineato la critica soffermandosi poi sul ruolo della protagonista.
“La bella e astuta Odabella, la guerriera che per tutta l’opera porterà la spada di Attila con la quale vuole vendicare suo padre e la sua famiglia. A Odabella Verdi consegna un ruolo centrale. In tutte le opere del compositore la donna é perno ma in quest’opera in modo particolare – ha spiegato – Odabella è l’unico personaggio femminile. È sola in accampamenti militari circondata da uomini in arme. E non ha paura di affrontare il capo degli Unni, Attila, quel temibile barbaro di cui si diceva ‘dove passa lui non cresce più l’erba’. E lo fa in modo così spregiudicato da ottenere da lui la sua spada con la quale compirà, nell’ultima scena, il grande finale”.
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