“Nessun allarme” per un calo di trapianti in Sardegna anche se permane un problema, “rilevabile anche in ambito nazionale”, sulle opposizioni. A replicare alle preoccupazioni espresse dai Progressisti in Consiglio regionale è il coordinatore regionale dal marzo 2019 del Centro regionale Trapianti della Sardegna, Lorenzo D’Antonio, che parla di “segnali positivi di ripresa” e di un sistema di segnalazione di potenziali donatori “che lavora”.
Secondo l’attività di monitoraggio effettuata con i 12 coordinatori presenti in altrettanti ospedali isolani dove è presente il reparto di Terapia intensiva, al 15 settembre 2019 le segnalazioni sono salite di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del 2018: 49 lo scorso anno e 63 in quello in corso. Otto, invece, i trapianti in più: “Si passa da 38 trapianti singoli tra gennaio e metà settembre 2018 a 46 nello stesso periodo del 2019 – fa sapere D’Antonio – Le opposizioni in ambito regionale sono al 26,9%, mentre all’ospedale Brotzu si registra numero più alto, il 54,5%. In questo caso abbiamo preso in esame la problematica e proprio ieri abbiamo avuto un audit e stiamo lavorando su questo aspetto. E’ un problema nazionale – ribadisce – basti pensare che al 15 settembre su 1.869 segnalazioni in tutto il Paese, le opposizioni sono state 560”.
Il coordinatore sollecita, a questo proposito, il legislatore perché si faccia carico di questo problema e preveda una comunicazione ad hoc anche attraverso gli organi di stampa. “I dati ci dicono che la Sardegna ha grandi potenzialità sui trapianti – osserva – visto l’elevato numero di decessi per lezione encefalica acuta che nel 2018 ha registrato 700 casi”.
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