di Luca Pisano, Osservatorio Cybercrime Sardegna
CAGLIARI: alcool, droghe e risse.
Ragazzini, figli di papà, che fanno i finti disagiati. Istruzioni per diventare “gaggi”.
È un fenomeno generale che prescinde dalle specifiche caratteristiche socio economiche e culturali delle famiglie di appartenenza. Compiuti i 13 anni, talvolta anche prima, i ragazzini capiscono che per far parte dei “gruppi fighi” della città metropolitana di Cagliari, devono “ingaggirsi”, trasformarsi cioè in “eroi” negativi.
BERE SUPER ALCOOLICI, ROLLARE PORRI (fumare canne), CENTRARSI (organizzare online scontri fisici che saranno poi videoregistrati e quindi diffusi sui social network), FARE COMMISSIONI (partecipare ad una colletta in classe per acquistare marijuana o hashish) e DISPREZZARE LE PURESCE o FARE LE PURESCE (le ragazzine desiderate e allo stesso tempo considerate schifose perché sessualmente molto generose), sono i principali riti per identificarsi con il “gaggio”, per sentirsi parte della comunità giovanile.
Anche il genere musicale è specifico: ascoltano su Youtube soprattutto rapper e trapper cagliaritani. In particolare (di seguito autore e canzone considerata mitica): Cool Caddish – Merd@ per gaggi; Horus su Maccu – La leggendaria; Demi – Rosso e Blu; Ares – Toccando cicci e AlterEgo -Niños de Rua.
Bravi ragazzi (alcuni ho avuto anche la possibilità di conoscerli) che spesso, nelle loro canzoni, si trasformano in “eroi negativi” per proporre contenuti legati all’uso di droghe e alla misoginia.
Questo fenomeno, in parte fisiologico perché legato al processo adolescenziale, acquista un carattere patologico nel momento in cui diventa l’unico modo di essere dei giovanissimi.
Infatti, anche noi adulti, durante l’età evolutiva, siamo stati attratti (chi più, chi meno) dal “gaggio” di quartiere per via dei suoi aspetti trasgressivi ma eravamo anche sollecitati dai nostri genitori a mantenere una sana e corretta distanza. Oggi che dai 12 anni in su i giovani sono letteralmente allo sbando, senza un adeguato controllo da parte genitori e privi, – soprattutto -, di adulti di riferimento (educatori di strada) che possano aiutarli a pensare criticamente i loro comportamenti, la situazione è degenerata.
Nel progressivo percorso di acquisizione di identità negative, prima il simpatico “NENNO” e gli amichevoli “NEBO’ ” e CUGGI’”, poi il problematico “GAGGIO”, quindi il terribile “GAURRO” e il brutale “BURDO”, perdono il contatto con se stessi e si trasformano da “finti disagiati” in veri ragazzi problematici che non raramente commettono reati.
Il fenomeno riguarda anche le ragazzine. Gli unici che hanno fotografato il problema sociale (intanto che le istituzioni sono impegnate a minimizzare la situazione) sono stati i rapper/trapper di Cagliari. Con i loro limiti, – prima Lord J., Horus e Andrea Morph con “Lo show dello scioscio” nel 2014 e poi Cool Caddish con “Gaggia” nel 2019 -, hanno di fatto svolto una ricerca sociale. Quella che le istituzioni e la politica si rifiutano di fare per evitare poi di intervenire.
Continuo allora ad aspettare (forse invano?) di essere chiamato da politici e dalle istituzioni per fornire una proposta di intervento che preveda i seguenti punti:
1. educatori di strada (giovani professionisti retribuiti) che si avvicinino ai giovani per farli ragionare. Conosciamo le loro abitudini perché l’Osservatorio Cybercrime Sardegna ha mappato il territorio cagliaritano;
2. marketing sociale: diffondere nella città metropolitana di Cagliari, tramite volantini e manifesti, messaggi educativi in tema di alcool, droghe, risse e misoginia;
3. coinvolgere le ragazzine VIP, le influencer e i rapper/trapper della città metropolitana di Cagliari per veicolare gli stessi messaggi (punto 2) sul web e in particolare su Instagram e YouTube;
4. formare (aspetti psicologici) ed informare (aspetti giuridici) gli organizzatori delle serate in discoteca in modo tale da evitare la promiscuità generazionale: prima serata dagli undici ai tredici anni; seconda serata dai quattordici ai diciassette anni; terza serata per i maggiorenni;
5. stimolare l’Università di Cagliari a svolgere ricerche sociali sul disagio giovanile presente in città, partendo anche dai dati che l’Osservatorio Cybercrime ha raccolto in questi ultimi 5 anni;
6. nominare un Garante per i Giovani che abbia al massimo 20 anni (retribuito), disponibile a coordinare i lavori. Il suo Ufficio dovrà essere costituito da un comitato di genitori (ugualmente retribuiti) che porterà all’attenzione del Garante i problemi presenti sul territorio.
Ps: “finti disagiati”, cit. da AlterEgo in
Niños de Rua
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