Crisi del food a Cagliari: “Troppi giovani imprudenti, la gavetta non è guardare Masterchef” Casteddu On line

È un “figlio d’arte” nel settore, anni fa lavorava insieme a suo padre al Poetto, di fronte alla Monfenera, in una pizzeria. Marco Milia, trentanove anni, da quindici gestisce una focacceria artigianale in via Napoli, nel cuore di quella Marina dove c’è chi vorrebbe imporre uno “stop” alle aperture dei locali food. “In estate si lavora, quando arriva l’inverno invece no. Siamo una città di centocinquantamila persone e i turisti non vengono tutti i dodici mesi dell’anno. Il turismo tutto l’anno? È falso”, attacca Milia, “bisogna lavorare in tandem, noi dei consorzi e il Comune per creare una promozione che porti vacanzieri anche a Natale e a Pasqua, solo così la stagione si allunga”. Parla anche da membro del direttivo del consorzio Cagliari centro storico, l’imprenditore: “Tra personale interno e chi ci rifornisce di merce riesco a far lavorare quindici persone, dopo quindici anni sono avviato mentre chi è nuovo ha delle difficoltà. A Cagliari il settore è già saturo, se non hai l’esperienza adatta per fare impresa non vai da nessuna parte. Non sono però contro la limitazione delle aperture dei locali, vanno bene ma solo se c’è davvero una vera promozione turistica”. Insomma, quel “milione di turisti al giorno che non ci sono”, come dichiarato da Davide Marcello, trova piena conferma nell’analisi di Milia.

 

Milia lancia anche un consiglio-messaggio ai giovani: “Troppi sono imprudenti, guardano i programmi tv dedicati alla cucina e pensano di essere già arrivati, di essere cuochi e di poter aprire un’attività. Invece, serve essere umili e imparare per davvero questo mestiere”.

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