C’è un gran da fare a Cagliari, ma soprattutto un gran parlare su
alcuni problemi che toccano nel vivo la Città, dentro le cosiddette
“stanze dei bottoni”, nel mondo delle imprese e delle attività
economiche, tra i cittadini, che i problemi sentono nella loro pelle e
che li vivono giornalmente.
Nel campo della politica, dentro il Comune e alla Regione, per i
riflessi che ne derivano direttamente, come gli organi di informazione
portano alla ribalta, c’è il problema dello Stadio e del Centro
Commerciale a Sant’Elia, con il carico di tutti i dubbi che si porta
appresso e che nell’ultimo Consiglio Comunale sono emersi.
Così sono emersi ed emergono ogni giorno con drammaticità la forte
crisi e i dubbi del “Food” dei bar, delle pizzerie,dei ristoranti, dei
tavolini nelle strade e nelle piazze, a tutto campo e a tutti i costi,
nel cuore della Marina e a Stampace, come hanno avuto il coraggio di
denunciare Marco Milia, membro del direttivo del Consorzio Cagliari
Centro Storico, e Davide Marcello della Confesercenti cagliaritana.
Cagliari non ha un milione di turisti al giorno nelle strade nelle
piazze, nei musei e e nei luoghi di cultura ( e di sportivi, aggiungo
io per andare allo Stadio ed ai centri commerciali annessi ) ma
nemmeno cento mila o dieci mila amanti del
“food” giornaliero, destinato a fallire, anche per le improvvisazione
dei gestori, come è stato denunciato.
In tutto ciò,però, c’è una via maestra che è stata smarrita :la
strumentazione urbanistica e commerciale, di livello nazionale,
regionale e locale che viene sistematicamente ignorata e messa da
parte, se non addirittura violata. Come è mai possibile che a Cagliari
e nella cinta metropolitana ci sia tanta grande distribuzione e centri
commerciali in così poco spazio, come è mai possibile che a Cagliari,
nelle vie del centro, quelle classiche dello shopping ci siano
oramai solo ristoranti, pizzerie, bar, locande, molti anche con
servizi igienici non adeguati, che continuano a sorgere come funghi.
Evidentemente non c’è stata e non c’è una pianificazione commerciale
che possa essere coniugata con la liberalizzazione delle attività
attraverso un dialogo e un confronto serio, concreto, costruttivo tra
le rappresentanze dei vari interessi.
Ma, questo è compito della politica, della buona politica . Che
evidentemente almeno a mio parere non c’è stata e non c’è nè a Cagliari nè nella Regione.
Marcello Roberto Marchi
alcuni problemi che toccano nel vivo la Città, dentro le cosiddette
“stanze dei bottoni”, nel mondo delle imprese e delle attività
economiche, tra i cittadini, che i problemi sentono nella loro pelle e
che li vivono giornalmente.
Nel campo della politica, dentro il Comune e alla Regione, per i
riflessi che ne derivano direttamente, come gli organi di informazione
portano alla ribalta, c’è il problema dello Stadio e del Centro
Commerciale a Sant’Elia, con il carico di tutti i dubbi che si porta
appresso e che nell’ultimo Consiglio Comunale sono emersi.
Così sono emersi ed emergono ogni giorno con drammaticità la forte
crisi e i dubbi del “Food” dei bar, delle pizzerie,dei ristoranti, dei
tavolini nelle strade e nelle piazze, a tutto campo e a tutti i costi,
nel cuore della Marina e a Stampace, come hanno avuto il coraggio di
denunciare Marco Milia, membro del direttivo del Consorzio Cagliari
Centro Storico, e Davide Marcello della Confesercenti cagliaritana.
Cagliari non ha un milione di turisti al giorno nelle strade nelle
piazze, nei musei e e nei luoghi di cultura ( e di sportivi, aggiungo
io per andare allo Stadio ed ai centri commerciali annessi ) ma
nemmeno cento mila o dieci mila amanti del
“food” giornaliero, destinato a fallire, anche per le improvvisazione
dei gestori, come è stato denunciato.
In tutto ciò,però, c’è una via maestra che è stata smarrita :la
strumentazione urbanistica e commerciale, di livello nazionale,
regionale e locale che viene sistematicamente ignorata e messa da
parte, se non addirittura violata. Come è mai possibile che a Cagliari
e nella cinta metropolitana ci sia tanta grande distribuzione e centri
commerciali in così poco spazio, come è mai possibile che a Cagliari,
nelle vie del centro, quelle classiche dello shopping ci siano
oramai solo ristoranti, pizzerie, bar, locande, molti anche con
servizi igienici non adeguati, che continuano a sorgere come funghi.
Evidentemente non c’è stata e non c’è una pianificazione commerciale
che possa essere coniugata con la liberalizzazione delle attività
attraverso un dialogo e un confronto serio, concreto, costruttivo tra
le rappresentanze dei vari interessi.
Ma, questo è compito della politica, della buona politica . Che
evidentemente almeno a mio parere non c’è stata e non c’è nè a Cagliari nè nella Regione.
Marcello Roberto Marchi
L'articolo Cagliari, dal nuovo stadio al centro: perchè così tanti centri commerciali e negozi di food? proviene da Casteddu On line.