È stata confermata in appello la condanna a sei anni e quattro mesi per l’ex sindaco di Portoscuso (nel Sulcis Iglesiente) Adriano Puddu, accusato di aver preteso favori sessuali da giovani donne seguite dai servizi sociali del Comune in cambio di aiuti.
In primo grado Puddu era stato condannato per induzione indebita a dare o promettere utilità, reato che aveva riformato la concussione sessuale contestata dalla Procura.
Oggi, terminata l’arringa del difensore Ivano Iai (che assiste Puddu assieme a Giuseppe Andreozzi), la Corte presieduta da Claudio Gatti si è ritirata per qualche minuto in camera di consiglio. E’ uscita quasi subito, con la sentenza che conferma integralmente quella di primo grado del Tribunale.
A chiedere la conferma era stata, un anno fa, la sostituta procuratrice generale Maria Grazia Genoese. Presente anche l’avvocato di parte civile Salvatore Casula. Confermata l’assoluzione, come già avvenuto primo grado, invece, dall’accusa di aver ricevuto una tangente per favorire il progetto di un’azienda nel suo territorio.
La Corte d’Appello, però, ha confermato le condanne legate ai favori sessuali che l’allora sindaco di Portoscuso avrebbe preteso da alcune giovani donne in stato di necessità in cambio di aiuti. Tra novanta giorni la sentenza, poi la difesa potrà presentare ricorso in Cassazione.
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