Cagliari, famiglie vittime di alienazione parentale? “Serve un pronto intervento su emergenze personali e familiari” Casteddu On line

A Cagliari un nuovo punto di ascolto dedicato alle famiglie vittime di alienazione parentale?

Le prime informazioni sono state queste: “La città di Cagliari vive un’emergenza da affrontare nel più breve tempo possibile, considerati i disagi che devono sostenere i genitori, cui sono stati strappati i bambini, ed i minori coinvolti, con ricadute negative sulla salute”.
Le forze di opposizione in Consiglio comunale, prima firmataria la consigliera Anna Puddu, hanno perciò, ritenuto di dover presentare un’interrogazione con cui si chiede quali siano i dati forniti dai Servizi Sociali territoriali, dai Tribunali e dalle due Procure a supporto della tesi che attesta la situazione di emergenza legata all’alienazione parentale.
“A che cosa serve questo punto di ascolto? Da chi verrà gestito? Come potrà interagire con i Servizi Sociali territoriali? In che modo potrà interagire con l’apparato giudiziario? Emerge chiaramente un rischio di sovrapposizione rispetto a chi “per legge” è chiamato a occuparsi di tutela dei minori e della famiglia.” apostrofa Anna Puddu. “Vogliamo capire se effettivamente l’amministrazione abbia intenzione di sollecitare la Regione rispetto all’adozione di un provvedimento legislativo mirato. Il Consiglio Comunale di Cagliari ha già espresso un parere contrario sul ddl “Pillon” (n. 735/18), poiché ritenuto offensivo della libertà e della dignità delle persone e di tutti i soggetti di minore età. Chi ricopre cariche pubbliche dovrebbe avere una grande attitudine alla riflessione e all’approfondimento, per non definire frettolosamente fenomeni evidentemente poco conosciuti come “emergenza cittadina”. Per sostenere concretamente la famiglia è indispensabile il potenziamento dei servizi che possano contrastare le fragilità familiari e minorili, così come previsto, questo si, da una legge regionale esistente.”

La consigliera Anna Puddu infatti sostiene: “La legge regionale n. 23/2005 prevede, infatti, tra tante altre cose, all’art. 30 le modalità di garanzia dei livelli essenziali di assistenza:
a) misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito e servizi di accompagnamento per l’inclusione sociale;
b) interventi di tutela dei minori in situazioni di disagio e di nuclei familiari in difficoltà;
d) pronto intervento sociale per fronteggiare emergenze personali e familiari, specie quando derivanti da violenza intra o extrafamiliare;
e) interventi di accoglienza presso famiglie, persone e servizi semiresidenziali e residenziali.

“Non ci sarebbe, quindi, nulla di nuovo da inventare se non maturare l’impegno finalizzato a rendere concreto quanto già previsto dal legislatore, attivandoci per avere come obiettivo del nostro agire politico la promozione dei diritti e il benessere della nostra comunità- conclude Puddu- stupisce, invece, che nel momento in cui il Governo decide di archiviare il ddl Pillon esponenti della attuale maggioranza comunale facciano proposte di questo genere e contemporaneamente si oppongano alla reintroduzione del pronto intervento sociale, bocciando la mozione che abbiamo presentato nell’ultima seduta del Consiglio comunale.”

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