“Il computer è una macchina ma non sarà mai la vita, il virtuale non è reale”. Parola di Federico Faggin, fisico, ma soprattutto inventore di tre “cose” che fanno parte da anni della nostra storia: microprocessori, touchpad e touchscreen. Italiano, ma trapiantato negli Usa dal 1968, ha lavorato nell’ultimo mezzo secolo per mettere i computer alla portata di tutti. Questo pomeriggio era a Cagliari ospite di Innois, innovazione e idee per la Sardegna, il nuovo progetto stabile della Fondazione di Sardegna.
Faggin sarà anche la punta di diamante di Sinnova, il salone dell’innovazione, in programma il 3 e 4 ottobre a Sa Manifattura. Sta presentando Silicio, il suo ultimo libro. Con il sottotitolo che dà un’idea del personaggio e del suo pensiero: “dall’invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza”. “I computer ci superano e supereranno per le operazioni che sanno fare – ha detto – ma non hanno intuizioni, non hanno amore, non hanno cuore. Non hanno creatività. Quando vedrò un computer che si riproduce con una cellula che si divide in due – e non con un copia e incolla – allora potrò ricredermi. Ma fino ad allora nessuna intelligenza artificiale sarà mai come un uomo”.
Faggin è stato capo progetto nell’Intel 4004 e lo sviluppatore della tecnologia Mos con porta di silicio che ha permesso la fabbricazione dei primi microprocessori. In pratica le basi di quella che sarà la Silicon Valley. Nel 1974 ha fondato la Silog dando vita al microprocessore Z80, tuttora in produzione. Nel 1986 ha cofondato la Synaptics che ha sviluppato la tecnologia sui primi touchpad e touchscreen, alla base degli attuali smartphone. Nel 2010 ha ricevuto dal presidente USA Obama la medaglia nazionale per la tecnologia e l’innovazione per l’invenzione del microprocessore.
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