Molti studenti disabili ancora senza insegnante di sostegno: difficile per loro continuare a seguire le lezioni quando non c’è in classe il docente che gli fornisce spiegazioni supplementari e semplificate o magari gli traduce la lezione al volo con una mappa concettuale. “Le scuole stanno facendo il possibile – assicura il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani – ma il problema è strutturale. In Sardegna abbiamo tremila insegnanti di ruolo. E per altri tremila casi si deve ricorrere ai supplenti”.
Ma cosa sta succedendo in questi giorni? “Le scuole chiamano dalle graduatorie d’istituto a scorrimento – spiega il provveditore – ma le risposte arrivano con il contagocce perché gli insegnanti cercano e aspettano sempre la chiamata più adeguata alle loro esigenze, e così si perde tempo. Capiamo i problemi e le esigenze delle famiglie, ma bisogna intervenire alla radice. Quando in una casa si ravvisa una perdita d’acqua è inutile tinteggiare sopra la macchia, bisogna intervenire sulle tubature”.
Le chiamate sono rivolte in primis ai docenti specializzati, poi man mano si cercano gli altri insegnanti, magari alla prima esperienza con il sostegno. L’Abc, l’associazione dei bambini cerebrolesi, in tutta Italia ha già vinto circa 500 casi in tribunale, come racconta il presidente nazionale Marco Espa. Se ne parlerà il 12 ottobre a Cagliari in un convegno dal titolo “Personalizzare, coprogettare, includere: la qualità dei servizi sociali e scolastici per le persone con disabilità in Italia”. E a tenere banco sarà la carenza degli insegnanti di sostegno.
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