Nel febbraio scorso, insieme a un complice, aveva rapinato una coppia di fidanzati che gestisce una sala di slot machine a Dorgali. Dopo averli minacciati con una pistola e rinchiusi in un sottoscala, i due avevano scassinato le nove macchinette presenti nel locale fuggendo con gli incassi, 3mila e 500 euro.
Dopo mesi di indagini, uno degli autori della rapina, Giovanni Antonio Vedele, operaio 28enne di Irgoli, con precedenti specifici, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Siniscola e della stazione di Dorgali. I militari hanno eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere firmato del Gip del tribunale di Nuoro Claudio Cozzella: ad incastrare Vedele è stato il Dna trovato sulla scena del delitto.
Il giovane si trova ora rinchiuso Badu ‘e Carros: deve rispondere dei reati di rapina e danneggiamento. I fatti sono stati ricostruiti dal comandante della Compagnia di Siniscola Andrea Leacche, nel corso di una conferenza stampa a Nuoro. Intorno alla mezzanotte del 27 febbraio scorso, i due hanno fatto irruzione nella sala, e dopo aver messo sotto chiave i gestori, hanno ripulito le slot machine impossessandosi di 3mila e 500 euro in contanti.
Per la la fuga hanno utilizzato l’auto dei proprietari prendendo le chiavi che avevano lasciato sul bancone. La macchina sarà ritrovata qualche giorno dopo abbandonata nelle campagne di Loculi. E’ stata una piccola traccia di sangue, scoperta dai carabinieri del Ris in una delle macchinette scassinate e poi repertata, a mettere gli investigatori sulle tracce di Vedele: la comparazione tra il profilo genetico ricavato dalla macchia di sangue con quello del giovane di Irgoli, ha prodotto una prova schiacciante della sua colpevolezza.
Il 28enne ha precedenti penali per reati analoghi: nel 2011 e nel 2012 fu arrestato per due rapine in altrettante gioiellerie di Dorgali. E anche allora fu determinante il Dna. Le indagini si concentrano ora sul complice, di cui al momento si sono perse le tracce.
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