Russiagate, F35, delega ai Servizi e pure il Papeete. Ogni tema, un fronte per la maggioranza. Matteo Renzi, mentre tende la mano al Pd sul “piccolo” taglio del cuneo fiscale, apre altri focolai incalzando Giuseppe Conte sul caso Russiagate: “Spieghi tutto”, gli dice dagli schermi tv, dopo avergli “consigliato” di cedere la delega ai Servizi segreti a un “professionista”. Tra i due è calato il gelo: non si segnalano contatti.
E il premier sceglie il silenzio, di non farsi trascinare in una nuova polemica. Da Palazzo Chigi ricordano che con spirito istituzionale riferirà prima al Copasir e poi pubblicamente. Ma intorno infuria la polemica: Andrea Orlando paragona gli “ultimatum” renziani “della Leopolda” a quelli “del Papeete”. La maggioranza già ribolle. Sul fronte americano si riaccende la polemica anche sugli F35, dopo la ricostruzione del Corriere secondo cui Conte avrebbe rassicurato il segretario di Stato Mike Pompeo. Ma il tema agita il M5s, che con il senatore Gianluca Ferrara definiscono la rinegoziazione “doverosa”. Fonti qualificate affermano “fiducia nella volontà di Conte di rivedere il programma”.
E il premier si dice “d’accordo sul rinegoziare”. Capitolo chiuso? Si vedrà, perché in realtà, spiegano fonti governative Pd, il programma è già stato ridotto e bisogna solo determinare le quantità di acquisto nel prossimo triennio. Ma è un altro il fronte “americano” che Renzi riapre dagli schermi tv. Respinge come una “barzelletta” il presunto complotto di Obama ai danni di Trump, cui lui stesso avrebbe preso parte (“Ho querelato e chiesto un milione di danni”). Ma sulle visite in Italia del ministro della Giustizia Usa William Barr chiede a Conte di “chiarire”: “Perché è venuto segretamente a incontrare il capo del Dis?”. Di più, chiede al premier di cedere la delega ai Servizi che il premier a tenuto. Sul punto nulla trapela da Palazzo Chigi: non risultano ipotesi di cambiare, dice una fonte. Ma dal campo Dem c’è chi ricorda che un’idea di avvicendamento era emersa, alla nascita del governo. Quanto al Russiagate, da Palazzo Chigi viene ribadito che “il presidente chiarirà dapprima nella sede istituzionale appropriata, il Copasir, tutta la vicenda e poi chiarirà anche pubblicamente. Quanto alle indiscrezioni, il presidente non commenta”, viene sottolineato. “Il compito dell’intero comparto di intelligence è lavorare con il massimo riserbo e nel rispetto dei vincoli di legge alla sicurezza nazionale. Così si dimostra lo spirito di servizio, non certo alimentando fughe di notizie o frammenti di parziali informazioni sui giornali”. Ma sui diversi fronti sembra ogni giorni più difficile smorzare le polemiche. Luigi Di Maio, irritato con gli alleati, invita a “lavorare prima di fare annunci”.
Conte vorrebbe far sedere Renzi con gli altri leader ai tavoli di governo, perché si assuma la responsabilità di scelte condivise. Ma l’ex premier per ora se ne tiene fuori: “Darò una mano”, dice. Per Iv hanno chiesto un incontro a Conte Teresa Bellanova ed Ettore Rosato. A sinistra tiene intanto banco la polemica tra Dem e renziani. A far discutere è il paragone di Orlando tra gli attacchi “del Papeete e della Leopolda”. E rispondono piccati i renziani che hanno scelto di stare nel Pd ma invocano “rispetto” per la manifestazione di Renzi, a partire da Lorenzo Guerini. “Fa la guerra al Matteo sbagliato”, ribatte il leader di Italia viva che rilancia la sua sfida al Pd spiegando che Iv potrebbe presentarsi per la prima volta alle elezioni in Emilia Romagna, a sostegno di Stefano Bonaccini. L’ex premier apre anche al taglio del cuneo fiscale chiesto dal Pd: “E’ poca roba ma pur di non alzare l’Iva mettiamo in secondo piano le nostre proposte sulla famiglia”, dice. Poi aggiunge: “Non voglio litigare. Questo governo può portare lo spread sotto quota 100 e portare tranquillità per un anno”. Un anno, è questo secondo i renziani l’orizzonte per ora realistico di questo governo.
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