Il Servizio Tutela del Paesaggio e Vigilanza per la Sardegna meridionale della Regione autonoma della Sardegna ha comunicato (nota prot. n. 35347 del 24 settembre 2019) “che, da una prolungata ricerca effettuata nei nostri archivi e nei nostri registri sia digitali che cartacei, non risulta nessun atto riconducibile” al cantiere edilizio a ridotta distanza dal mare per la realizzazione di una struttura turistico-ricettiva sulla costa di Cala Sinzias, in Comune di Castiadas (SU), oggetto dell’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata (29 luglio 2019) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.
In parole povere, non risulta alcuna autorizzazione paesaggistica.
Già in passato, nel novembre 2017, il GrIG aveva presentato analoga istanza senza particolare esito se non quello del congelamento di fatto del cantiere.
Il cartello “inizio lavori” allora presente sul posto indicava il permesso di costruire n. 36 del 3 dicembre 2017 in favore della Cala Sinzias Resort s.r.l.
Coinvolti il Ministero per i beni e attività culturali, la Direzione generale pianificazione territoriale e vigilanza edilizia della Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari, il Servizio tutela paesaggio e vigilanza edilizia di Cagliari della Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Castiadas, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Carabinieri del Nucleo tutela beni culturali, informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.
L’intera costa di Castiadas è tutelata con vincolo paesaggistico(decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), la fascia costiere dei 300 metri dalla battigia marina anche con vincolo di conservazione integrale (art. 10 bis della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.), conseguentemente così classificata nel piano paesaggistico regionale (P.P.R. – 1° stralcio costiero).
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus auspica un rapido intervento delle amministrazioni pubbliche competenti per appurare definitivamente la legittimità o meno dei lavori in corso, che comunque costituiscono l’ennesimo consumo di territorio costiero a fini speculativi.
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