Pochi alunni. O comunque meno rispetto al passato. E c’è un’altra scuola che rischia di perdere l’autonomia e di essere accorpata ad altre scuole. L’istituto comprensivo di Guasila nel 2020-2021 potrebbe scendere di sedici unità rispetto al limite minimo di 600 studenti per i comuni non montani. Il comune, con la sindaca Paola Casula, lancia subito un appello a Provincia del sud Sardegna e Regione.
“Primo problema – spiega la prima cittadina – la perdita della qualità dell’offerta formativa. Poi, a cascata, tante conseguenze negative. Si perderebbero un dirigente scolastico, un dirigente amministrativo, ma anche alcune unità del personale ATA (collaboratori scolastici, impiegati di segreteria, assistenti tecnici) già abbondantemente tagliati dall’ultima riforma scolastica”.
La sindaca teme le ripercussioni sulla vigilanza dei ragazzi, sulla pulizia delle aule e soprattutto sull’efficienza amministrativa. “Inoltre – argomenta Casula – con la perdita della nostra autonomia scolastica e l’accorpamento ad altre autonomie (vedi Villamar e Senorbì già sovradimensionate) si determinerebbe un’eccessiva popolazione scolastica sotto un’unica direzione, difficilissima da gestire da tutti i punti di vista, organizzativo, didattico e di controllo”. L’Sos ha un obiettivo: “evitare la politica dei tagli e dei numeri”.
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