L’appello lanciato su Casteddu Online ha sortito l’effetto sperato, almeno in parte: “La mia azienda è stata distrutta dal fuoco, aiutatemi. Danni per duecentomila euro, come farò a sfamare la mia famiglia?”. Così Giuseppe Serra, allevatore 54enne, a pochi giorni di distanza dal maxi rogo che, ai primi di ottobre, ha distrutto tutta la sua azienda: tre capannoni, un trattore e una mungitrice divorati dalle fiamme. Una sua nipote ha lanciato una raccolta fondi sul web, “rimbalzata” dal nostro giornale. Lì, i soldi donati hanno superato quota cinquecento euro. Ma, grazie al tam tam sui social, ad appena una settimana di distanza dall’sos, sono tante le offerte arrivate: “Abbiamo raccolto già quattromila euro grazie ai quali ho potuto ordinare mille blocchetti per ristrutturare la sala della mungitura delle mie seicento pecore e comprare un nuovo capannone. Ringrazio davvero tutti, io e la mia famiglia mangiamo solo grazie al mio lavoro”, ricorda Serra. L’allevatore, purtroppo, non era assicurato.
“Ho anche ricevuto una bellissima lettera da alcuni carcerati di Uta. Hanno saputo della disgrazia che mi ha colpito e mi hanno invitato con forza a non arrendermi, ringrazio anche loro”. I danni, però, sono ingenti: “Almeno 200mila euro. Spero davvero, quanto prima, di poter incontrare i calciatori del Cagliari, voglio chiedere una mano d’aiuto anche a loro”.
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