Sventolano le bandiere dei quattro mori, si stimano alcune migliaia di partecipanti, il mondo dell’antimilitarismo si ritrova a Capo Frasca, con loro gli indipendentisti storici e manifestanti provenienti anche da oltre Tirreno e da altri paesi europei. Tantissimi i giovani che popolano la marcia di protesta, gli slogan sono quelli “classici” di queste manifestazioni: “A foras s’Italia de sa Sardigna”, “Foras sa Nato de sa Sardigna” e così via. Un’onda di protesta civile e multicolore, tassativamente non violenta, sfila in una giornata calda di ottobre, un sabato che andrà a sommarsi alle tante altre manifestazioni di protesta contro le servitù militari nell’isola. I numeri vengono riepilogati in un manifesto: 3.500.000 mq di basi militari in Sardegna, 2.300.000 nel resto d’Italia, MQ di basi militari per km2 di suolo: 145 in Sardegna, 8 nel resto d’Italia, MQ di basi militari per abitante: 2,10 in Sardegna, 0,03 nel resto d’Italia. Numeri che chiedono una riflessione, sicuramente un confronto tra protagonisti, numeri che richiamano l’attenzione della Regione e dello Stato. Tra i giovani manifestanti anche un ragazzo romano e un croato, venuti appositamente per l’occasione e nel mezzo, un docente calabrese appena trasferito in Sardegna e che già si sente coinvolto in questa onda di protesta.
Gigi Garau
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