L’Ospedale veterinario dell’Università di Sassari ha sospeso le attività. Lo stop è stata una decisione autonoma della struttura, oberata da una mole di lavoro diventata insostenibile e dalla mancanza di personale amministrativo che obbliga i medici a togliere il camice per sedersi alla scrivania a compilare una montagna di scartoffie burocratiche. La clamorosa sospensione, decisa una decina di giorni fa dagli operatori della clinica, approda in Consiglio regionale con un’interrogazione presentata dalla consigliera del M5S, Carla Cuccu, segretaria della Commissione sanità del Consiglio.
“L’Ospedale didattico veterinario dell’Università di Sassari, indispensabile strumento per l’attuazione di una didattica riconosciuta a livello europeo, che assicura assistenza ad animali da reddito e da compagnia, ha sospeso l’attività da circa una settimana. I medici veterinari che operano per il dipartimento di Medicina veterinaria in questo momento possono prendersi cura soltanto dei cani randagi feriti che hanno bisogno di cure urgenti, mentre tutti gli altri animali che devono essere sottoposti a esami o visite sono costretti a farlo nelle strutture veterinarie di Oristano e Assemini”, spiega Cuccu.
“Non possiamo tollerare la sospensione del servizio in una struttura che assicura assistenza sanitaria all’avanguardia avvalendosi di personale altamente qualificato, di moderni laboratori analisi, di un servizio di diagnostica per immagini e di un reparto di terapia intensiva. Occorre che la Regione Sardegna faccia la sua parte per tutelare le professionalità, formare nuovi medici veterinari e salvaguardare il prezioso patrimonio zootecnico sardo”. Nell’atto presentato da Carla Cuccu viene sottolineata la mancanza di un’unità per gli adempimenti amministrativo-contabili, “che tutt’oggi sottraggono tempo allo staff medico impegnato nelle cure degli animali o nell’attività didattica”.
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