Per molti verrà probabilmente ricordato come poco più di una meteora, ma il centrocampista di Massa fu molto di più in sole due stagioni con la maglia rossoblù
Quando arrivò in Sardegna nell’estate del 1990 furono in parecchi a storcere il naso. Il Cagliari, a detta di questi, aveva bisogno di ben altri rinforzi per affrontare il primo campionato di serie A dopo diversi anni di assenza.
Ed invece bastò il ritiro di Roccaporena per consentire a Claudio Ranieri di apprezzare le qualità di grande combattente, di cursore magari non raffinatissimo, ma inesauribile.
Mauro Nardini di professione centrocampista divenne così una pedina importante, fondamentale nello scacchiere tattico del tecnico romano.
Ma anche con Sor Carletto Mazzone le cose non cambiarono di certo. Il buon Nardo, diventato pure idolo della curva Nord, da il suo grandissimo contributo. Difensore esterno o centrocampista il risultato è il medesimo: corsa, grinta e agonismo.
L’unico cruccio furono i zero goal realizzati in 64 presenze, se non un’autorete provocata da una sua bordata da fuori area in una partita interna contro il Torino.
Dopo due salvezze brillanti arrivò la cessione al Fidelis Andria, in serie cadetta. Possiamo senza dubbio annoverare anche Mauro Nardini tra coloro che con la maglia rossoblù hanno fatto bene, anche se la permanenza in Sardegna non è stata lunga.
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