Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto a quello americano Donald Trump che Ankara “non dichiarerà mai un cessate il fuoco nel nordest della Siria”, secondo quanto riferisce la tv turca Ntv, aggiungendo che Erdogan ha affermato di “non essere preoccupato” per le sanzioni Usa per l’offensiva. Parlando con giornalisti in aereo mentre rientrava da Baku il presidente ha aggiunto che l’ingresso delle truppe siriane a Manbij “non è un fatto negativo”, a patto che “i militanti” della zona siano estromessi.
Intanto Vladimir Putin scende in campo e frena l’offensiva della Turchia di Erdogan nel nord della Siria. Da martedì pomeriggio l’esercito del presidente Bashar al Assad ha il “totale controllo” di Manbij, località strategica a ovest del fiume Eufrate, alle cui porte scalpitavano le milizie arabe filo-Ankara. La loro avanzata è stata bloccata sul nascere dall’arrivo delle truppe di Damasco, dopo che la Coalizione internazionale anti-Isis a guida Usa aveva ufficializzato il suo ritiro, e dallo schieramento della ‘polizia militare’ russa come forza d’interposizione sul perimetro della città, “lungo la linea di contatto tra gli eserciti siriano e turco”. Un intervento che segna il primo vero stop all’incursione turca, nel settimo giorno dell’operazione militare ‘Fonte di pace’. Anche Kobane sembra ormai fuori portata, con i soldati di Assad scortati dai russi pronti a occupare anche lì il posto lasciato vacante dagli americani.
Entro 24 ore arriverà poi in Turchia il vicepresidente americano Mike Pence, inviato da Donald Trump dopo le sanzioni per chiedere a Erdogan un cessate il fuoco. Ma il presidente turco non molla. “Presto metteremo in sicurezza” l’intero confine turco-siriano “da Manbij al confine con l’Iraq”, ha promesso. Obiettivo: conquistare più terreno possibile per mettere al sicuro le frontiere e rimandare a casa i rifugiati. “Un milione in una prima fase, due milioni in una seconda tappa”, ha spiegato il Sultano. Ankara, ha detto, ha “salvato dall’occupazione dei terroristi mille chilometri quadrati di territorio”. E dalle colonne del Wall Street Journal è tornato a minacciare l’Europa: “La comunità internazionale deve sostenere gli sforzi del nostro Paese o cominciare ad accettare i rifugiati”. Ma sull’offensiva turca continuano a piovere condanne.
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