Cagliari, l’assalto dei poveri alla mensa delle suore: “Abbiamo dovuto mettere i biglietti per la fila” Casteddu On line

I tavoli? Ci sono, ma non bastano più. Negli ultimi mesi, dentro la mensa delle suore del Buon Pastore di Cagliari, si è registrato un vero e proprio “assalto” da parte dei poveri. Primo, secondo, contorno, pane, frutta e acqua solo a pranzo, dal lunedì al sabato: il menù è dettato dal buon cuore dei volontari che cucinano sin dalle prime ore della mattina, pasta e carne sono gli alimenti più gettonati. Davanti alla porta di via Bellini, però, il numero delle “mani tese” è aumentato, e non di poco. I posti a sedere sono sempre gli stessi, una quarantina, ma le bocche da sfamare sono quasi il triplo. Così, ai volontari non è rimasto altro da fare “che consegnare i bigliettini numerati. Ormai si fanno tre turni, è impossibile far mangiare tutti nello stesso momento”, racconta suor Celeste Zuncheddu, economa della struttura religiosa. “Entrano, consegnano il biglietto e consumano il pasto. Ogni giorno arrivano circa un centinaio di persone”, quota che però, non di rado, viene superata, arrivando ai centoventi “ospiti”. Suor Celeste spiega la necessità di dover utilizzare i ticket perchè “si stava creando della confusione” e, stando a quanto dicono a mezza bocca alcuni residenti della strada, anche urla e “litigi”, tra i poveri, per cercare di decidere chi doveva sedersi prima a tavola.

 

La mensa, comunque, è solo uno dei servizi gratuiti che svolgono le suore del Buon Pastore. C’è anche la raccolta degli abiti: “La generosità dei cagliaritani è ancora alta”, dice la religiosa, “da noi bussano tante ragazze incinte che, purtroppo, non hanno lavoro. Anche giovani e anziani, ogni giorno vengono a chiedere una giacca o un paio di pantaloni almeno una quindicina di persone. Italiani e stranieri, per noi non fa differenza: aiutiamo tutti, indistintamente”. In mezzo a questo “trionfo” della solidarietà, però, c’è spazio anche per una macchia: c’è chi arriva con bustoni pieni di vestiti che farebbero più bella figura dentro un cestino dell’immondezza. Vecchi e inutilizzabili, insomma. Suor Celeste conferma: “Sì, capita”.

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